Reddito di cittadinanza e di emergenza,
11mila assegni a Benevento

Reddito di cittadinanza e di emergenza, 11mila assegni a Benevento
Sabato 20 Marzo 2021, 09:13 - Ultimo agg. 20:04
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Undicimila assegni che tengono in vita altrettante famiglie. Se c'è un numero che può dare la misura del disagio economico nel Sannio è quello che scaturisce dalla mappatura dei sussidi erogati come reddito di cittadinanza e reddito di emergenza, effettuata dall'Inps due giorni fa. Un bilancio solo parziale perché non tiene conto di quanti, pur avendo oggettive difficoltà, sono estromessi dalla platea dei percettori a causa dei requisiti di ammissione: basta avere un deposito sul conto corrente superiore ai 6.000 euro o un'auto di cilindrata oltre i 1.600 centimetri cubici per essere privati del reddito di cittadinanza. Requisiti solo un tantino meno stringenti per il reddito di emergenza, ma il sussidio nato per dare sostegno alle famiglie colpite dalla pandemia è concepito come un aiuto ancora più circoscritto nel tempo (4.630 quelli percepiti nel Sannio). L'ultimo monitoraggio pubblicato dall'Istituto di previdenza certifica che oggi nel Sannio sono attribuiti 6.573 redditi (o pensioni) di cittadinanza. Il numero delle persone coinvolte è però più ampio: sono 15.010 i componenti dei nuclei familiari beneficiari dei sostegni statali. Famiglie che non avrebbero fonti di reddito alternative e sono costrette a lanciare un sos vitale per ottenere importi comunque limitati: 564 euro al mese in media. Ma il bacino del bisogno nel Sannio è sicuramente ancora più vasto, e sono gli stessi dati dell'Inps a rivelarlo. I nuclei familiari che hanno fatto richiesta del trattamento dalla sua istituzione nel 2019 superano le ventimila unità (20.075 per l'esattezza). E la crescita è prorompente: nei primi due mesi del 2021 si contano già 2.129 domande contro le 8.552 formalizzate in tutto il 2020. Segno che i morsi della pandemia si fanno più profondi con il trascorrere dei giorni.

E a darne testimonianza c'è chi constata sul campo quotidianamente la gravità della situazione: «Il quadro peggiora di giorno in giorno - rivela don Nicola De Blasio, direttore della Caritas della Diocesi beneventana - Oltre al numero crescente delle persone che si rivolgono a noi, è il profilo a colpire: dipendenti di attività commerciali e anche qualche titolare si fanno avanti con sempre maggiore frequenza.

Camerieri di ristoranti costretti alla chiusura da mesi, commessi, artigiani, persino agenti di commercio. C'è poi un intero mondo spesso dimenticato, che invece rappresenta un bacino di disagio fortissimo: gli operatori dello spettacolo, non solo gli artisti ma tutte le figure che si guadagnavano da vivere grazie agli eventi e oggi sono costrette a chiedere aiuto. Uno dei tratti comuni delle persone che si rivolgono a noi è la impossibilità di onorare le scadenze.

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Anche una semplice bolletta della luce è diventata insostenibile. E a breve esploderà la bomba affitti: sempre più persone non sanno come pagarli». Difficoltà misurabili anche attraverso un altro «termometro» in dotazione alla Caritas: «Stiamo ultimando la raccolta delle adesioni per l'attribuzione del prossimo paniere solidale in programma dal 31 marzo al 2 aprile - anticipa la responsabile del centro di ascolto Roberta Racioppi - La scadenza è lunedì ma le richieste hanno già superato quelle di dicembre oltrepassando la soglia delle 500 domande. La gran parte arriva dalla città, ma ben 114 istanze sono pervenute da paesi della provincia». E dalla provincia arriva l'allarme di don Pino Di Santo, responsabile della Caritas diocesana di Cerreto-Telese-Sant'Agata: «Da marzo 2020 le domande sono cresciute del 40 per cento. Seguiamo più di 350 nuclei familiari oltre quelli assistiti dalle Caritas parrocchiali. Tra chi si è rivolto a noi nell'ultimo anno è forte la presenza di lavoratori irregolari e stagionali, fasce che prima della pandemia riuscivano a garantirsi un minimo di autonomia. Molte famiglie hanno dato fondo ai risparmi: paghiamo affitti, utenze, assicurazioni, spese ordinarie. Gli accessi al banco alimentare sono in crescita. Le parrocchie fronteggiano la difficoltà delle chiese vuote, con conseguente calo delle offerte, ma continuano a offrire risposte». Una mole di richieste che rischia di travolgere lo stesso ente caritatevole: «Lo scorso anno - rivela don Di Santo - abbiamo ricevuto dalla Cei il raddoppio del fondo annuale. Per il 2021 non abbiamo ancora comunicazioni ma con ogni probabilità ci sarà un netto taglio. Siamo in difficoltà anche noi. Ci conforta avere ancora il sostegno di don Mimmo Battaglia che continua ad accompagnarci malgrado l'oneroso ruolo di guida della Curia napoletana».

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