Sindaci in rivolta per la tassa rifiuti. «Sono tutti arrabbiati, perché ormai la tariffa ha raggiunto livelli insostenibili. Sicuramente difficile, quasi impossibile da spiegare ai propri amministrati», dice Clemente Mastella, che, recependo le pressoché unanimi lagnanze dei colleghi, ha indetto un incontro per le 11 di stamattina nell'aula consiliare del Comune di Benevento. Riunione propedeutica all'assemblea convocata dal presidente Di Maria per domani alla Rocca dei Rettori.
All'ordine del giorno stilato dal primo cittadino del capoluogo figura un unico punto: «Emergenza rifiuti Tassa». Tassa destinata a schizzare dopo l'aumento deliberato dal presidente della Provincia di 14,57 euro pro-capite.
Ovviamente, nessuno imputa a Di Maria la responsabilità dell'ulteriore lievitazione, non fosse altro che oltre a subire personalmente l'aggravio, si ritrova a spiegarne le ragioni lui per primo ai propri concittadini, essendo anch'egli sindaco. Il contribuente, però, almeno quello sannita, risulta sistematicamente penalizzato: lo Stir di Casalduni si blocca? Occorre sversare altrove l'indifferenziata, con aumento del costo di conferimento e del trasporto. Il termovalorizzatore di Acerra si bloccherà per manutenzione a settembre? Non si sa se gli Stir attualmente funzionanti riusciranno a sopportare l'impatto dei giorni di stoccaggio prima che i rifiuti ripartano. In tal caso, altro aumento. Ma la ciliegina sulla torta è costituita dalla mancata perequazione della tariffa per la gestione post mortem delle discariche. Un balzello che grava per quasi 50 euro a tonnellata sui cittadini del Sannio, poiché non è stata mai applicata la perequazione prevista dalla legge numero 26 del 2014, che disponeva il riparto su tutti i cittadini campani degli oneri per la gestione post mortem delle discariche, siti che ricevevano i rifiuti da tutta la regione ma per la cui gestione oggi pagano solo i contribuenti sanniti. Oltre al danno, pure la beffa. I cittadini sanniti hanno pagato circa 1,5 milioni all'anno pur avendo utilizzato le discariche solo per il 12%.
La protesta sta montando, quindi, in tutte le realtà, con le amministrazioni comunali impossibilitate a fronteggiare l'ira degli amministrati. Ai quali poco interessa che l'attivazione dell'entrata sia obbligatoria per gli enti locali e che, in ogni caso, deve essere assicurata la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio relativi al servizio. Costi di gestione dei rifiuti comprensivi di Iva in quanto non sono considerati servizi di natura commerciale, quindi l'Iva non può essere recuperata rimanendo un costo per il Comune. Né è semplice confidare nella ristrutturazione proposta dal piano industriale Samte: oltre a garantire un mantenimento dell'attuale organico, garantirebbe, da subito, una drastica riduzione della tariffa, che potrebbe addirittura scendere già nel 2020 a 173,69 euro per tonnellata, per poi ridursi ancora negli anni successivi, dice l'amministratore Agostinelli.
Intanto, ieri è stato sequestrato il sito che ospita la frazione organica, la frazione umida dei rifiuti, con denuncia alla Procura a carico del legale rappresentante della Seif, azienda che eroga servizi ecologici, industriali e farmaceutici, localizzata nell'area industriale di Ponte Valentino. Sono gli effetti di un'operazione congiunta che ha visto impegnati le unità del Nipaf, il nucleo investigativo provinciale di polizia ambientale e forestale, della Polizia municipale e dell'Arpac di Benevento, che hanno operato per l'intero pomeriggio constatando la presenza di 375 metri cubi di rifiuti biodegradabili in assenza di autorizzazione.
Tari alle stelle nel Sannio,
Mastella guida la rivolta dei sindaci
di Gianni De Blasio
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Giovedì 11 Luglio 2019, 12:00
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