Teatro imbrattato dai vandali il sindaco: «Paghino i danni»

Scritte volgari sui pilastri dell'edificio rifatto sei mesi fa

Il teatro imbrattato
Il teatro imbrattato
di Giuseppe Di Martino
Mercoledì 22 Marzo 2023, 09:28
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Il Teatro Comunale di Benevento sotto scacco di raid vandalici. Dopo soli sei mesi dal restyling della struttura di corso Garibaldi, ieri ignoti hanno imbrattato la parte interna dei pilastri del principale palcoscenico cittadino con scritte e disegni osceni.

Un vero e proprio sfregio all'importante patrimonio storico della città, in piena buffer zone Unesco del complesso di Santa Sofia, finito di recente sotto l'attenta osservazione degli ispettori. «Purtroppo assistiamo anche in altre città a una proliferazione di queste manifestazioni di inciviltà ha detto rammaricato il sindaco Clemente Mastella se scoperti, gli autori pagheranno i danni. Occorre portare avanti un patto educativo per riportare questi ragazzi sul sentiero della legalità».

Segnalato lo sfregio, ora gli agenti della polizia Municipale e il comandante dei caschi bianchi, Fioravante Bosco, sono al lavoro per cercare di individuare i responsabili dell'ignobile gesto.

Probabilmente il grave episodio è avvenuto nel corso della notte tra lunedì e martedì, e saranno le telecamere di videosorveglianza attive in quell'area a stabilire e sanzionare gli autori della deprecabile azione. Nel frattempo si è provveduto a ripulire i pilastri. «Con enormi sforzi ed immensa dedizione, solo pochi mesi fa, e dopo anni di lavori, è stato completato il restauro del teatro Vittorio Emmanuele, riportandone alla luce l'antico splendore e restituendo decoro e bellezza ad una importante strada del centro storico», prosegue la fascia tricolore. Un atto avvenuto «in sfregio ad un teatro storico, al lavoro di quanti quotidianamente impegnano la propria vita per portarlo avanti offrendo un'altissima proposta culturale, al numerosissimo pubblico che lo frequenta», conclude Mastella.

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Toccherà, quindi, al settore Opere pubbliche di Palazzo Mosti, diretto dall'architetto Antonio Iadicicco, la rimozione della volgare immagine apparsa ieri. Sul condannabile gesto è intervenuto anche l'assessore all'Arredo e decoro urbano, Alessandro Rosa. «Queste persone devono solo vergognarsi per quello che hanno fatto - tuona il delegato comunale - prendersela con palazzi e monumenti è un atteggiamento ignobile e indecoroso. Spero che il sistema di videosorveglianza ci aiuti a risalire agli autori del gesto e chiediamo anche ausilio alla cittadinanza. Chiunque abbia visto qualcosa denunci l'accaduto, è un atto che ovviamente condanniamo e speriamo che questo sia solo un caso isolato».

L'episodio riaccende il dibattito in città sulla sicurezza urbana. Infatti, già in passato, prima dell'inaugurazione del teatro che sorge affianco alla chiesa di Santa Sofia, i cittadini avevano proposto la realizzazione di un cancello che impedisse l'accesso notturno ai vandali. Oggi, più che mai, servono soluzioni per prevenire ulteriori gesti compiuti ai danni di simboli dell'arte e della cultura di Benevento. Un maggiore controllo delle zone più a rischio da parte della Questura e della Prefettura è la richiesta più urgente dei residenti. «Ogni commento, ovviamente, è superfluo. Saranno espletate delle indagini e sicuramente la magistratura farà il suo corso, ma quello che resta è un senso di vuoto - denuncia Luigi Marino, presidente comitato Centro storico - Siamo immersi in una realtà che ci sta inviando mille segnali (la movida incontrollata, le bevande alcoliche somministrate ai minori, i gatti uccisi, le risse) per farci indignare, per creare quel senso comune e civico di fastidio rispetto ad una deriva valoriale che preoccupa e che deve essere arginata. Prendiamoci cura dei territori, prendiamoci cura delle persone, creiamo alternative, valorizziamo le tante realtà associative che insistono sul nostro territorio, ascoltiamo il disagio. La nostra comunità merita che venga affrontato il problema dell'impoverimento culturale, dell'analfabetismo funzionale, dei giovani ridotti a fruitori di piazze, inconsapevoli del luogo nel quale si trovano».
 

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