Tetti di spesa per la riabilitazione,
fissato il budget dell'Asl: 17 milioni

Tetti di spesa per la riabilitazione, fissato il budget dell'Asl: 17 milioni
di Luella De Ciampis
Sabato 22 Ottobre 2022, 08:38 - Ultimo agg. 20:20
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Definiti dall'Asl i tetti di spesa per la riabilitazione relativi al prossimo anno: una somma complessiva di 17 milioni di euro per l'erogazione di prestazioni ambulatoriali, domiciliari, residenziali e semiresidenziali. Si tratta di 10 centri, distribuiti sul territorio provinciale per i quali è stato stabilito il budget annuale, in base al numero delle prestazioni eseguite nell'anno in corso. La scelta di definire i tetti di spesa tenendo presenti le erogazioni effettuate nel corso dell'anno precedente nasce dal fatto che, in linea generale, ogni struttura ha un suo bacino d'utenza, più o meno stabile, che subisce modifiche poco significative nel tempo, anche perché le prestazioni erogate a pazienti con gravi disabilità fisiche e cognitive, tra i quali ci sono bambini e adolescenti, spesso, durano per tutta la vita. Il Centro relax di San Salvatore Telesino, il Cmr di San'Agata de' Goti e il Medical center di Benevento forniscono terapie ambulatoriali, domiciliari, residenziali e semiresidenziali, e, rispettivamente, hanno a disposizione un budget di 2 milioni, 5,2 milioni e 2,7 milioni di euro. Le altre sette strutture riabilitative espletano solo attività limitate all'ambito ambulatoriale e domiciliare. Il centro riabilitativo De Masi di Benevento ha a disposizione 341.000 euro, il De Nicola di Cerreto Sannita 1,8 milioni, Juvenia 607.000 euro, i centri relax di Montesarchio, Morcone e Benevento possono contare, nell'ordine, su un budget di 709.000, 284.000 euro e 1,9 milioni di euro. Per il centro riabilitativo di San Marco dei Cavoti è previsto un contributo di 1,2 milioni.

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Contestualmente, è stato rettificato il provvedimento relativo alle prestazioni sociosanitarie erogate nei centri diurni, nelle rsa (residenze sanitarie assistenziali) per disabili, per anziani e nelle strutture per le dipendenze patologiche e per la salute mentale. Si tratta di una flessione di circa 700.000 euro della somma stanziata a settembre, rispetto alla nuova delibera che prevede un budget di 6 milioni di euro.

In pratica, sono state ritoccate alcune voci, in base al calo delle prestazioni erogate. Infatti, i tetti di spesa, per regolare i volumi e le tipologie delle prestazioni hanno natura programmatica e non conferiscono ai centri convenzionati il diritto di erogare prestazioni a carico del Servizio sanitario nazionale che non siano state concordate in via preventiva. E l'Asl ha l'obbligo di verificare, sia prima della stipula del contratto che con cadenza periodica, la sussistenza e la permanenza dei requisiti tecnici e normativi necessari per poter garantire la continuità del servizio sanitario. Qualora nel corso di un controllo si dovesse ravvisare la carenza dei requisiti richiesti per mantenere in vita uno dei centri, l'Asl sarebbe autorizzata a sospendere l'attività. Nella stessa ottica, qualora nel corso dell'anno per cui è stato definito il budget, il numero delle prestazioni dovesse ridursi, l'Asl è autorizzata a ridurre le somme da rimborsare. I fondi messi a disposizione dal Servizio sanitario nazionale non sono inesauribili e quindi l'azienda sanitaria stabilisce a priori i tetti sui volumi annui di prestazioni, sospendendo l'erogazione dei servizi nel momento in cui il budget viene sforato. I centri privati accreditati del territorio devono far fronte a tutte le prestazioni di cui l'utenza ha bisogno e che l'Asl non riesce a garantire direttamente. Per questo, come quasi tutte le aziende sanitarie d'Italia, a eccezione di quelle dell'Umbria e della Toscana, deve fare ricorso alle strutture private, per poter rispondere alle necessità diagnostiche, specialistiche e riabilitative della popolazione. 

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