Tributi, l'incubo pignoramenti:
l'alternativa è la rateizzazione

serluca
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di Paolo Bocchino
Mercoledì 8 Gennaio 2020, 07:00
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Sono gli ultimi a non aver ancora regolarizzato i pagamenti nei confronti dell’erario comunale, saranno i primi a doverlo fare sotto la mannaia dell’accertamento immediatamente esecutivo. Protagonisti i futuri destinatari dei pignoramenti accelerati come sono stati ribattezzati gli strumenti affidati dalla legge di Bilancio 2020 agli enti locali. Mentre botti colorati e tappi di spumante saltavano allegramente, nella notte di Capodanno entrava in vigore la nuova disciplina introdotta dall’articolo 96 della Finanziaria che tra i suoi molteplici aspetti ha inserito una importante arma in più per le amministrazioni locali (Comuni, Province, Unioni di Comuni): la cancellazione di una fase del tortuoso iter che conduce all’introito dei tributi. Tra la prima chiamata alla cassa e la spoliazione forzata di beni del debitore non dovrà più esserci l’anello intermedio rappresentato dalla ingiunzione di pagamento. L’avviso di accertamento dovrà essere considerato d’ora in avanti immediatamente esecutivo con tutto ciò che ne consegue. Ovvero: non appena ricevuta la prima comunicazione relativa alla pendenza presunta il contribuente avrà 60 giorni per chiudere i conti con il fisco locale o per presentare ricorso. Terza via non sarà data e nel caso si dovesse restare inerti ad attendere gli eventi ci si potrebbe vedere applicate le temutissime procedure esecutive. Unica alternativa possibile sarà la stipula di un piano di rateizzazione che potrà arrivare fino a 72 mensilità.
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