Usura a Benevento, indagati
gli imprenditori «omertosi»

Usura a Benevento, indagati gli imprenditori «omertosi»
di Enrico Marra
Sabato 16 Gennaio 2021, 10:06 - Ultimo agg. 13:26
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Giovedì il blitz anti-usura con cinque arresti, in contemporanea la chiusura delle indagini non solo per chi è finito in carcere ma anche per i nove imprenditori indagati per favoreggiamento. Si tratta di operatori economici, che, probabilmente per paura, non hanno confermato di essere vittime dei cinque usurai e che, interrogati dagli inquirenti, hanno preferito tacere nonostante i loro nomi figurassero per lo più in intercettazioni telefoniche. A finire nel registro degli indagati sono C.B., 57 anni, di Benevento, G.V., 59 anni, di Cautano, G.I., 57 anni, di Benevento, C.P.D., 58 anni, di Pesco Sannita, A.I., 38 anni, di Torrecuso, M.I., 35 anni, di Torrecuso, P.I., 55 anni, e M.F., 54 anni, di Benevento, e M.C., 55 anni, di Montesarchio. Adesso hanno venti giorni di tempo per presentare eventuali memorie difensive o altra documentazione per chiarire la loro posizione. Finora sono difesi dagli avvocati Marcello D'Auria e Mauro Carrozzini.

Saranno invece interrogati lunedì mattina dal Gip Gelsomina Palmieri i cinque arrestati Vincenzo Collarile, 62 anni, Ivano Nizza, 47 anni, Cosimo Parrella, 45 anni Pasqualino Parrella, 42 anni, Armando Piscopo, 45 anni, tutti di Benevento, ai quali vengono contestati, a vario titolo, i reati di usura, estorsione e violenza privata.

Gli interrogatori si svolgeranno alla presenza degli avvocati Antonio Leone, Gerardo Giorgione, Angelo Leone e Grazia Luongo.

In questa indagine emergono particolari abbastanza sconcertanti che testimoniano come le vittime venivano pedinate, quando avevano contatti con le forze dell'ordine, in modo da far scattare ulteriori minacce per evitare che denunciassero gli usurai. L'imprenditore titolare di un agriturismo che con la sua denuncia ha dato il via alle indagini si era recato nel luglio del 2019 presso la Squadra Mobile. All'uscita della questura, intorno alle 19,30, uno degli usurai gli aveva detto «Vengo avvisato di ogni cosa che fai. Se fai qualcosa contro di me è finita. Se vado in galera quando esco per te è finita». E le minacce venivano fatte anche a un figlio minorenne dell'imprenditore. Le minacce venivano fatte da due uomini che viaggiavano a bordo di una Smart. Sono scattate anche le indagini per verificare come fosse possibile che uno degli usurai era informato della presenza dell'imprenditore in Questura. È poi emerso che uno dei cinque arrestati, quella sera, si era recato in Questura avendo l'obbligo di presentarsi all'autorità giudiziaria e quindi aveva avuto modo di notare la presenza dell'imprenditore. Intanto, gli usurai erano subentrati nella gestione della piscina annessa all'agriturismo. L'imprenditore coraggioso nelle denunce aveva sostenuto di non «aver mai voluto stipulare un contatto con gli usurai per la gestione della struttura. Ma mi chiedevano denaro ritenendosi di fatto i proprietari ed anzi pretendendo tutto ciò con atteggiamento di minaccia».

Tutto ciò ha spinto il Gip Gelsoma Palmieri nel suo provvedimento a motivare le esigenze cautelari per cinque indagati, scrivendo che «gli usurai non esitano a porre in essere minacce di violenze fisiche ai danni delle vittime inadempienti nei pagamenti del denaro ottenuto mediante prestiti a tassi usurari, arrivando anche a danneggiare i beni delle vittime che potrebbero collaborare con le forze di polizia. C'è poi il pericolo di reiterazione di reati della stessa specie in quanto dagli atti d'indagine è emerso che gli episodi delittuosi sono molto gravi».

Su questo blitz antiusura, che conferma uno spaccato di difficoltà in cui si dibattono alcuni imprenditori locali interviene anche il sindaco Clemente Mastella: «Siamo vicini, istituzionalmente e moralmente - scrive in una nota - all'azione che con impegno magistratura e polizia investigativa sannita portano avanti con risultati eccellenti. Noi tutti dobbiamo sforzarci di dare una mano per evitare che piccoli imprenditori precipitino nel gorgo dell'usura, aiutando dove e come è possibile chi ha difficoltà. L'Amministrazione comunale è pronta a fare la sua parte. Come sindaco il mio numero lo si conosce. Con discrezione dico a tutti lontano dai piccoli mafiosetti locali, lontano dagli strozzini».

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