«Valori nella norma»: Gesesa consegna 3 anni di analisi

Il campionamento effettuato martedì ha trovato valori regolari

L'impianto di Pezzapiana
L'impianto di Pezzapiana
Giovedì 8 Dicembre 2022, 10:36
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Valori di tetracloroetilene ampiamente nella norma. È il responso delle ultime analisi effettuate dai laboratori di Artea per conto di Gesesa sulle acque immesse nella rete cittadina. Confortanti, sotto il profilo della potabilità, i risultati dell'ultimo campionamento effettuato martedì da Gesesa.

Nessuno dei punti prelievo ha fatto emergere inquinanti oltre misura. Al pozzo 2 di Pezzapiana, celebre per il picco anomalo di 250 microgrammi che fece scattare il divieto sindacale il 17 novembre, sono stati misurati 1,27 microgrammi. Al pozzo 1 rilevati 1,16 microgrammi. Il valore più alto nella vasca di accumulo con 1,6 microgrammi. Comunque tutti ampiamente al di sotto della soglia di potabilità fissata a 10 microgrammi. Tracce ancora più flebili dell'inquinante sono state rinvenute presso i fontanini stradali: piazza Basile a Pezzapiana (0,94 microgrammi), San Modesto al rione Libertà (0,63 microgrammi), viale San Lorenzo nei pressi del Bue Apis (0,55 microgrammi). Riscontri che rafforzano la tesi di Gesesa, convinta, anche nei giorni caldi dell'emergenza, della potabilità dell'acqua di Pezzapiana: «Le analisi per noi vengono svolte da un laboratorio terzo certificato Accredia, l'ente unico nazionale di accreditamento - incalza la società -. I risultati dimostrano che l'acqua distribuita è ampiamente rientrante in tutti i parametri di potabilità: può essere utilizzata per lavarsi, per cucinare e può essere bevuta. Quanto successo il 17, 18 e 19 novembre, seppur con gravi disagi ai cittadini, testimonia la capillarità del sistema di controllo e di prevenzione.

Gesesa ha trasmesso al Comune tutti i prelievi effettuati dal 1 gennaio 2020: diverse centinaia di campionamenti, tra analisi dirette ai pozzi e analisi ai fontanini, tutte sempre con valori rientranti ampiamente nella potabilità».

L'azienda ricorda quindi la richiesta di archiviazione della Procura nel febbraio 2021, all'esito delle indagini sul caso: «I consulenti - comunicò la magistratura inquirente - hanno accertato che l'acqua risultava potabile dal punto di vista microbiologico in quanto le analisi indicavano da un lato la presenza di una carica microbica totale che veniva comunque eliminata dalla clorurazione, dall'altro l'assenza dei batteri fecali. I limiti di potabilità del tetracloroetilene non sono stati superati. I limiti di contaminazione del tetracloroetilene risultano superati per il solo pozzo 2 di Campo Mazzone». Pozzo che Gesesa ritenne comunque di non utilizzare più. La società ricorda inoltre di aver «incontrato associazioni di consumatori e comitati di quartiere nella massima trasparenza, fornito meticolose spiegazioni e mostrato certificati di analisi e dati». «Per migliorare ancor più la sicurezza della risorsa e per abbattere del 90% alcuni composti tra cui il tetracloroetilene, Comune, Ente idrico campano e Regione stanno portando avanti l'iter per la realizzazione di impianto di filtrazione a carboni attivi ideato e progettato da Gesesa».

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Quanto al nodo cruciale dell'affrancamento totale da Pezzapiana, indicato anche da Arpac alla luce della accertata contaminazione della falda, Gesesa conclude: «Benevento non può fare a meno dell'acqua proveniente dai pozzi di Pezzapiana, quella proveniente dal Biferno non è sufficiente per alimentare tutta la città. L'acqua del Biferno, prima di arrivare al serbatoio terminalenella parte alta della città, viene distribuita anche nella zona bassa miscelata con quella di Pezzapiana. Respingiamo con forza la fantomatica suddivisione tra cittadini di serie A e di serie B: l'acqua distribuita in tutta la città è controllata e sicura».
 

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