Vendemmia «al rialzo» nel Sannio,
sarà un'ottima annata per le valli

Vendemmia «al rialzo» nel Sannio, sarà un'ottima annata per le valli
di Gianluca Brignola
Giovedì 8 Settembre 2022, 08:50 - Ultimo agg. 11:44
4 Minuti di Lettura

Un'ottima annata per qualità e quantità. Ne sono certi i presidenti delle 2 cooperative di viticoltori più grandi del centro-sud, Domizio Pigna e Carmine Coletta rispettivamente per «La Guardiense» e «Solopaca» ad apertura di una vendemmia, la terza in epoca Covid, che al di là delle innegabili difficoltà riscontrate nelle scorse settimane legate, tra le altre cose, al rincaro di carburanti e materie prime e ala siccità estiva, sta lasciando registrare numeri ben al di là delle più rosee aspettative. Scongiurato il rischio di una «campagna» nettamente anticipata, al termine del raccolto i numeri saranno pressapoco gli stessi del 2021, probabilmente con qualche piccolo punto percentuale al rialzo. Clima permettendo si andrà avanti almeno sino alla seconda metà di ottobre, quando gradualmente le lunghe code di trattori carichi di uva, in prossimità degli stabilimenti di contrada Santa Lucia e via Bebiana lasceranno spazio ai mezzi in coda all'esterno dei frantoi per l'«oro verde». Insomm a, un autunno che proverà a segnare il rilancio del comparto vitivinicolo e olivicolo della provincia. 

«Siamo molto ottimisti - ha spiegato Pigna -.

Si tratta di un'opinione non solo personale ma ho condiviso con diversi soci che hanno registrato sensazioni assolutamente positive. È ancora presto per tracciare bilanci ma credo che alla fine del raccolto riusciremo ad attestarci su un aumento delle quantità di circa il 7%». Tradotta in cifre ad ottobre per la sola «Guardiense» si arriverà ad un raccolto di circa 200mila quintali ai quali si potranno aggiungere i circa 150mila di Solopaca. Un settore il cui valore, in tutto il Sannio e quindi non solo per le 2 principali cooperative, è stimato, annualmente, per una cifra vicina ai 120 milioni di euro e oltre 10 milioni di bottiglie prodotte, tra Guardia e Solopaca, per l'appunto, già capitali europee della cultura enologica nel 2019.

Un comparto provato dai 2 anni appena trascorsi, con il blocco iniziale di bar, enoteche, e di tutto quanto attiene il canale horeca. Hanno retto, per pochi a dire il vero, la grande distribuzione organizzata e in parte l'export. Buone le performance arrivate anche dall'e-commerce. Obiettivi di rilancio concentrati tutti sul lavoro in cantina che verrà a conclusione della vendemmia. «Il mercato sta rispondendo bene anche per quel che attiene il prezzo del vino - ha dichiarato Coletta -. Un aspetto fondamentale per la tenuta del comparto. Ancor una volta le nostre cantine si confermano un presidio importante per tutto il comprensorio non solo dal punto di vista produttivo. Dall'agricoltura e dalla viticoltura, in particolare, sono arrivate in passato dei segnali importanti in momenti non facili anche della storia recente. Un auspicio che spero possa avverarsi anche questa volta. Se riparte il vino allora riparte tutto il Sannio». 

Video

Previsioni condivise anche dal presidente di Coldiretti Campania Gennarino Masiello che ha voluto rimarcare il suo invito al buon senso in un momento dominato da una grande incertezza dei mercati. «Sarà certamente una buona vendemmia - ha sottolineato Masiello -. Le piogge sono state utili e si è allungato il ciclo di vegetazione della vite. Sostanzialmente i tempi saranno quelli degli anni scorsi anche perché il grado zuccherino è abbastanza basso e quindi si dovrà attendere con il sole che possa salire. Credo che l'unica preoccupazione evidente all'orizzonte possa essere il rischio di speculazione. Ci auguriamo che ci sia buon senso da parte di tutti gli attori della filiera e si eviti di speculare in questo momento di grande difficoltà. Ricordo a me stesso che quella appena passata è stata una estate difficile, i costi di produzione sono stati molto alti, in alcuni casi raddoppiati. Parlo del gasolio, dei mezzi tecnici e dei prodotti che vanno utilizzati per la vigna. Una penalizzazione sul prezzo delle uve sarebbe un peso enorme per le imprese agricole. C'è da fare squadra, c'è da fare in modo che gli attori della filiera possano unirsi e non dividersi, senza giocare allo scarica barile. Non può essere l'agricoltore, o il consumatore, a pagare i costi maggiori di tale situazione o le inefficienze di una filiera».

© RIPRODUZIONE RISERVATA