Via Traiano, deserto a Benevento:
chiude anche lo storico minimarket

Via Traiano, deserto a Benevento: chiude anche lo storico minimarket
di Nico De Vincentiis
Giovedì 23 Maggio 2019, 12:00
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L'ultima ad arrendersi, in ordine di tempo, è la più antica con 50 anni sulle spalle. Tempra forte, dunque, ma non ce l'ha fatta nonostante la postazione assolutamente privilegiata a un passo dall'Arco di Traiano. E così fuori un altro negozio. Va via anche Graziella Pacifico, instancabile conduttrice del negozio di alimentari, «rider» ante litteram a bordo anche della sua bicicletta con carrello per le consegne a domicilio. «Al piccolo Arco», pochissimi metri quadri ma tanta storia da raccontare. Anche qui si consuma la contraddizione più sanguinosa che colpisce, come un virus, i proprietari dei tanti locali ormai vuoti di via Traiano. «Non concedo sconti dicono quasi tutti , non voglio credere che in un posto del genere non si guadagni tanto da poter pagare un canone di locazione». È la risposta che ha subito anche Graziella mentre cercava di convincere la proprietaria del locale che l'attività commerciale viaggiasse a scartamento ridotto nonostante la vicinanza dell'importante monumento.
 
Ora sono 29 su 35 le vetrine spente in questa zona centrale della città, la più importante. Una cartolina dal deserto quella che Benevento spedisce ai suoi stessi abitanti e che segna una chiara sconfitta per gli amministratori passati e presenti equamente responsabili di non avere mai coltivato un piano per evitare che a dettare le regole fossero solo i proprietari dei locali. La politica economica di una città non è fatta solo di capitali ma anche di visione e di strategie. Non è un caso che, insieme al mancato decollo commerciale della strada (si potrebbe sempre dire che l'offerta degli esercenti che ci provano non attiri clienti), resta inevasa completamente la «pratica» di valorizzazione del monumento romano e la sua tutela. La scenografia che lo circonda, compresi il cartello sbilenco e i fari spenti da tempo e mai sostituiti, è fatta di ingorghi di vetture che si offrono alle foto più emblematiche. In attesa del biblico piano traffico, con l'inaugurazione del ponte Tibaldi tra via Torre della Catena e rione Libertà si potrebbe tentare una prima tranche di isolamento dell'Arco, come annunciato peraltro più volte dal Comune.

A proposito di annunci, quello relativo al cinema San Marco che sarebbe dovuto tornare alla sua storica funzione e trasformarsi in multisala si è tradotto al momento solo nell'apertura di un bar e qualche evento a tema. Troppo poco per trasformare via Traiano nella passerella d'onore verso il monumento simbolo della città. «La riattivazione di qualche attività del San Marco - dice l'assessore alle attività produttive e al turismo Oberdan Picucci - ha in qualche modo avviato un primo processo di rilancio dell'area, speriamo che si possano rendere più strutturali le iniziative artistiche che vengono proposte». L'impressione è che la nutrita schiera di spettatori dell'annuale anteprima del Premio Strega resterà solo folla nel deserto.

Pavimentazione sconnessa e datata, lampioni in disuso. Così la «via della cultura» si presenta a chi la percorre in direzione Arco. I negozi, anche se dovessero aprire, diventano presto «ex». Una questione che andrebbe risolta in maniera strutturale e non con semplici appelli ai proprietari dei locali sfitti ad abbassare le richieste per evitare che si abbassino le saracinesche. Chi ha ancora il coraggio di alzarle, poco dopo alza bandiera bianca («Qui non passa proprio nessuno»). Picucci crede che «la strada si possa rivitalizzare sul fronte commerciale nell'ottica di una nuova attrattività di corso Garibaldi e del centro storico in generale. Lo dico anche in previsioni di un piano turistico che si sta cercando di avviare integrando le varie esigenze dei settori strategici della città».

Tra le vetrine ancora spente in via Traiano anche le sette di proprietà del Comune. Nessuna notizia sulla trattativa con la Feltrinelli che aveva lasciato intendere un certo interesse ad aprire in quei locali una sua libreria. Idea da sostenere, se convinta, proprio nella direzione della creazione di un polo urbanistico in cui concentrare più proposte artistico-culturali.

Qualche mese fa era stato proposto un concorso di idee sull'isolamento dell'Arco, il recupero dei contorni urbani e il rilancio funzionale ed estetico dell'asse viario che porta al monumento. Il più generale pacchetto di iniziative possibili, con la valorizzazione dell'imprenditoria culturale e quella legata alle tradizioni e tipicità del Sannio, le vetrine oggi spente trasformate in rassegna dei prodotti locali di artigianato artistico ed enogastronomico.
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