Vicesindaco morto dopo l'operazione
due medici romani rinviati a giudizio

Vicesindaco morto dopo l'operazione due medici romani rinviati a giudizio
Giovedì 12 Maggio 2022, 10:04 - Ultimo agg. 10:35
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Due medici romani sono stati rinviati a giudizio con l'accusa di omicidio colposo per la morte di Sabatino Ruggiero, 54 anni, vice sindaco di Bucciano, avvenuta a Roma il 25 maggio del 2020 dopo un intervento chirurgico all'addome che era stato effettuato all'ospedale Sant'Andrea. Il rinvio a giudizio è stato emesso dal gip Monica Ciancio e riguarda i medici Marcello Gasparrini, 55 anni, all'epoca dei fatti dirigente medico presso il dipartimento di chirurgia generale, e Antonio Brescia, 67 anni, direttore della chirurgia a ciclo breve, che erano stati indagati nel corso di un'inchiesta che inizialmente aveva coinvolto anche altri quattro sanitari, la cui posizione è stata archiviata.

Il processo è stato fissato presso il tribunale di Roma nell'udienza del 18 ottobre 2023.

L'intervento della Procura di Roma era scattato dopo un riscontro diagnostico, un accertamento operato già dai responsabili dell'ospedale Sant'Andrea al quale aveva preso parte per i familiari del vice sindaco deceduto il medico legale Fernando Panarese. Sin dal primo momento i familiari (la moglie e le due figlie del vice sindaco deceduto) avevano denunciato l'accaduto costituendosi parte civile, assistiti dagli avvocati Pasquale Matera ed Ettore Marcarelli. Successivamente era scattata da parte della Procura l'autopsia, affidata al medico legale Benedetta Baldari. A quanto pare l'esame autoptico avrebbe confermato l'esistenza, già emersa durante lo stesso riscontro diagnostico, di una lesione dell'aorta. A seguire, la richiesta di rinvio a giudizio. I due chirurghi hanno sempre sostenuto di aver agito correttamente, respingendo ogni addebito che è stato rivolto loro. Il magistrato inquirente, invece, ha ritenuto che sussistono elementi di colpevolezza da parte dei due sanitari.

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In particolare Sabatino Ruggiero già il 29 aprile del 2020 era stato sottoposto ad un intervento laparoscopico per asportazione di linfonodi e prelievo bioptico dal quale derivò un'emorragia. Ma nonostante questo i sanitari avevano ritenuto, il 25 maggio, di sottoporre di nuovo il paziente ad un ulteriore intervento laparoscopico esplorativo con esecuzione di biopsia del retroperitoneo. Di fronte a questa decisione, cioè di procedere ad un nuovo intervento, il magistrato inquirente ha ritenuto che non era stata eseguita una consulenza radiologica, per rivalutare la zona destinata al nuovo intervento chirurgico. Inoltre si era proceduto ad intervento pur di fronte ad accertamenti per neoplasia che avevano dato esito negativo. Secondo l'accusa sarebbe stato effettuato un intervento chirurgico in assenza di «piena indicazione», ritenuto pertanto non dovuto. I due sanitari sono stati difesi dagli avvocati Fabio Gentili e Vincenzo Comi, che hanno richiesto il non luogo a procedere e quindi il proscioglimento per i loro assistiti.
 

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