Violenza sessuale in carcere,
scatta condanna a otto anni

Violenza sessuale in carcere, scatta condanna a otto anni
Sabato 23 Febbraio 2019, 18:35 - Ultimo agg. 20:15
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Per violenza sessuale su un detenuto suo compagno di cella è scattata una condanna a otto anni per un recluso napoletano. Per questa vicenda il detenuto accusato degli abusi nel dicembre del 2017 era stato destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip Flavio Cusani, su richiesta della Procura della Repubblica, retta dal procuratore Aldo Policastro, che aveva affidato gli accertamenti su quanto accaduto all'interno del carcere di contrada Capodimonte, al sostituto procuratore della Repubblica Marcella Pizzillo. L'imputazione contestata era quella di abusi sessuali commessi nella casa circondariale a danno di un altro detenuto. Secondo l'accusa la vittima era un trentenne rinchiuso in carcere per espiare una pena per spaccio di droga, con scarcerazione prevista alla metà di gennaio 2018. Gli abusi secondo l'accusa erano avvenuti nel bagno all'interno della cella. Il trentenne subito dopo il fatto aveva presentato denuncia, facendo scattare l'indagine della polizia penitenziaria. Per l'accusato fu subito disposto il trasferimento da Benevento a un altro istituto di pena. Inoltre il sostituto procuratore della Repubblica Pizzillo aveva anche deciso di ricorrere all'incidente probatorio nel novembre del 2017. Procedura che era stata svolta davanti al Gip Cusani. In quella occasione l'accusato aveva negato ogni abuso nei confronti del compagno di detenzione. Ma le dichiarazioni rese non avevano convinto il magistrato.

LE INDAGINI
Gli elementi raccolti comunque dalla polizia penitenziaria dalla Procura della Repubblica e gli interrogatori svoltisi davanti al Gip avevano pertanto convinto Cusani a far scattare un provvedimento restrittivo. E tutti gli elementi raccolti sono stati ribaditi nel corso della requisitoria dal pubblico ministero Pizzillo davanti al collegio presieduto da Fallarino. Il Pm ha fatto riferimento anche all'incidente probatorio, che aveva consentito l'assunzione delle dichiarazioni della vittima nel contraddittorio delle parti.

e.m.
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