Gli errori dei federali nel caso Insigne

Giovedì 8 Ottobre 2015, 06:47
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Che i club e il commissario tecnico della Nazionale (si chiami Prandelli o Conte cambia poco) non si sopportino è cosa nota: i presidenti e gli allenatori di serie A ritengono che il tempo trascorso nel Club Italia sia pressoché sprecato, anche se poi dovrebbero chiedersi se non hanno qualche responsabilità per gli ultimi due fallimentari Mondiali (azzurri fuori al primo turno). Ma nella vicenda di Insigne, tornato ieri a casa per un problema al ginocchio destro, operato undici mesi fa, ha ragione il Napoli e hanno torto i federali, intesi come dirigenti, medico e tecnico della Nazionale.  Perché non si doveva far allenare Lorenzo quanto gli altri azzurri lunedì pomeriggio, a meno di 24 ore dalla intensa partita contro il Milan, nella quale peraltro il napoletano aveva preso una serie di colpi. E' inusuale che venga asportato liquido dal ginocchio in un ritiro della Nazionale: era l'evidente segnale di un problema fisico che ha continuato a manifestarsi tra martedì e ieri, inducendo il presidente De Laurentiis, con toni facilmente immaginabili, a far rientrare il giocatore a Napoli. Perché pensava già alla partita con la Fiorentina? Sarebbe stato un suo diritto, ma credo che il primo pensiero sia stato per un campione di 24 anni che sta facendo grande il Napoli, dopo aver vissuto una stagione difficile - fuori cinque mesi - appunto a causa di quel ginocchio. E' un suo diritto tutelarlo. Anzi, un suo dovere. Proteggendo Insigne, De Laurentiis protegge il Napoli e anche la Nazionale.
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