Il sindaco sospeso, il Partito del sud e l'intervento in piazza di Antonio Ciano

Lunedì 6 Ottobre 2014, 11:12
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C'era anche Antonio Ciano, in piazza Municipio a Napoli, al flash mob di appoggio a Luigi De Magistris. C'era anche lui, venerdì 3 ottobre, con le bandiere del Partito del sud. Lui, il presidente onorario di quella formazione politica che, insieme con Idv, la lista civica Napoli è tua, la Federazione della sinistra degli ex Rifondazione, appoggiò sin dal primo turno il sindaco attualmente sospeso.

Antonio Ciano, ex marittimo, ex militante comunista, ex fondatore della prima street tv d'Italia a Gaeta, era accorso a Napoli, nonostante solo pochi giorni prima fosse stato dimesso dall'ospedale di Fondi per problemi cardiaci. In ospedale, c'era stato per dei controlli poche ore prima di partire per Napoli. Ma lui è così: sanguigno, passionale, fedele alle amicizie e a ciò in cui crede.

Ciano ha parlato in piazza Municipio per qualche minuto di Sud, di unificazione ai danni del Mezzogiorno, di Italia repubblicana contrapposta a quella dei Savoia. E ha mostrato il suo libro "I Savoia e il massacro del Sud" che, in prima edizione nel 1996, stampato in proprio con Lucio Barone e distribuito ovunque, fu un best seller fuori dalle classifiche. Un fenomeno editoriale, come lo erano le cassette musicali di Nino D'Angelo che vendevano, ma non venivano inserite nelle hit parade.

Quel libro era così atipico, usava toni così sanguigni e forti, da spingere il Corriere della sera a recensirlo. Proprio Ciano, che registrò per primo il simbolo del Partito del sud ed è stato assessore a Gaeta nella giunta di Antonio Raimondi che a quel partito si rifaceva, è corso a Napoli per sostenere De Magistris. Ma Giggino neanche lo ha visto, né si è degnato di salutarlo. Ciano non se l'è presa: in fondo aveva fatto qualcosa in cui credeva.

Furono 1292 i voti raccolti dal Partito del sud nel 2011, lo 0,32 per cento a favore del sindaco, poi eletto con 264.730 voti al secondo turno per la disintegrazione del Pd. Da quell'anno, lo stesso Partito del sud ha subito tante defezioni. Specie dopo il no di Pino Aprile che, forte del suo successo editoriale con il libro "Terroni" che celebrò nel 2010 la sua folgorante scoperta della controstoria risorgimentale, con una raccolta di firme in Rete era stato proposto a leader dei gruppi che si rifacevano all'idea di un Sud dalla rinnovata identità storica.

Promotori principali, insieme con l'allora assessore della giunta De Magistris, Marco Esposito, furono proprio gli iscritti al Partito del sud. Ma a Bari, l'8 settembre del 2012, Pino Aprile li gelò tutti. Il suo fu il gran rifiuto alla proposta, per privilegiare la guida di un quotidiano del Mezzogiorno che non avrebbe mai visto luce. E quel no pesò molto sull'unione dei tanti gruppi del "nuovo meridionalismo" senza leader vero, che da allora si sono ancora più dissolti in mille rivoli.

Ma Antonio Ciano è rimasto fedele a se stesso, coerente anche nell'appoggio a De Magistris che al Partito del sud ha concesso in tre anni solo la presidenza della commissione toponomastica comunale. Alla rilettura della storia risorgimentale, poi, Giggino, sempre distratto da altro, ha dedicato assai poco tempo.

Il sindaco sospeso disertò un convegno del Partito del sud alla Stazione marittima, in cui era tra gli invitati d'onore. Ha disertato molte iniziative di rilettura storica, tranne la partecipazione al teatro Sannazaro della prima teatrale dello spettacolo "Terroni" nel novembre 2011. Però, pochi mesi dopo la sua elezione, Giggino trovò il tempo di mettere per iscritto il suo pensiero sul Risorgimento.

Era il 30 settembre 2011 e il Corriere del Mezzogiorno riprese il testo firmato dal sindaco tratto dal catalogo della mostra "Da Sud. Le radici meridionali dell'Unità nazionale". Vi si leggeva: "Siamo spinti a rivisitare quel periodo della storia, per smentire coloro che giudicano le vicende del Risorgimento come la narrazione dei vincitori prevalsa con la forza su quella dei vinti".

E ancora, esprimendo un concetto che troppo chiaro non appariva: "Quel che è certo è che il Risorgimento fu un movimento persino troppo rivoluzionario rispetto alla poplazioni della nostra penisola e che le leggi liberali furono viste come un'imposizione da larga parta del Paese che non riuscì a ottenere i benefici sperati dalle pur importanti riforme portate avanti dallo Stato unitario". Alzi la mano chi ci ha capito qualcosa, sul piano storico e su quello concettuale. 

Ribadito il condivisibile richiamo all'unità del Paese, in quel testo il sindaco oggi sospeso si arrovellava su se stesso. Probabilmente, Antonio Ciano, così diretto nelle sue azioni e nelle sue idee, quell'intervento scritto non lo ricordava. Lui venerdì 3 ottobre era lì, in piazza Municipio, con le sue bandiere. Il sindaco sospeso, dopo soli 10 minuti in piazza, correva a Radio Kiss kiss e poi negli studi televisivi di Napoli, per collegarsi con Enrico Mentana. A ciascuno il suo.
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