Aldo Balestra
Diritto & Rovescio
di

La forza di Allevi
e la speranza di ognuno

Il musicista Giovanni Allevi
Il musicista Giovanni Allevi
di Aldo Balestra
Domenica 4 Settembre 2022, 13:16 - Ultimo agg. 13:31
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«Allevi: le mani tremano ma una musica nuova invade la mente» (Ansa, 3 settembre 2022, ore 19.09)
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Una premessa: la simpatia e la stima per il personaggio Allevi, genio della musica, hanno accresciuto l'attenzione sul tema. Così come è accaduto per Olivia Newton John, recentemente scomparsa dopo una lunga e coraggiosa lotta per la vita, o come può essere per Fedez, o altri personaggi noti dell'arte, della cultura (e la serenità infinita di Piero Angela fino alla fine, dove la mettiamo?) o dello sport (come non pensare al calciatore cagliaritano Mancosu, ammalatosi gravemente ed oggi di nuovo in campo?). Alle prese anche loro, esseri umani, con improvvise, inattese malattie e reazione alle stesse, oppure naturalissimi processi di invecchiamento. Ma è sopratutto per i milioni di persone senza notorietà, senza sicurezze e buona sanità, senza affetti e senza mezzi, giovani e anziani, riservati e per niente social, nelle nostre case o in qualche corsia d'ospedale, che vale la pena di riflettere sul modo di affrontare l'improvvisa inabilità o limitazione della propria salute. E magari anche dell'incedere della vecchiaia, con i suoi acciacchi.

Che ha detto, Giovanni Allevi, 53 anni, tanti riccioli e sorrisi, note che dalla mente si trasferiscono nelle mani e poi sul pianoforte? L'ha scritto su Facebook, come tanti altri fanno su riservatissimi diari: «Queste mani tremano, per via dei potenti farmaci che sto assumendo e per il momento non posso suonare. Ma una musica nuova invade la mia mente in modo impetuoso ed io non ne perdo una nota. Ora è dolce, ora folle ed incomprensibile, sognante e riflessiva, metafisica. Non vedo l'ora di farvela ascoltare!».

Parla, Allevi, delle cure per il mieloma multiplo che l'ha colpito qualche mese fa, ma anche del forte desiderio di continuare a comporre e a suonare nonostante la malattia, che ora manifesta i suoi effetti proprio nella parte del corpo che più gli serve, le mani.

Quella del musicista marchigiano, ma anche di tanta gente piegata dalla malattia in ogni parte del nostro paese o del mondo, è un forte invito a non disperdere il proprio patrimonio di affetti, coraggio, speranza che alberga in ciascuno e che spesso magari si risveglia - ma pure si affievolisce o scompare per far posto alla disperazione - nella condizione di fragilità in cui ci si può venire a trovare.

«Non bisogna arrendersi davanti alle sconfitte, ciò che conta, ciò che davvero conta, ciò che davvero apre le porte sono la forza e la passione con cui si inseguono i propri sogni», ha scritto Allevi. Non è lui ad averlo scoperto, certamente, ma l'invito entusiastico di una persona che ha tanti estimatori in ogni parte del mondo crediamo possa essere d'aiuto a chi si trova in condizione di difficoltà. "Bisogna cercare di guarire anche in testa, insieme e prima che nel corpo": è una frase adoperata da tanti medici. Vero. E se in questi tempi in cui tutti dicono e comunicano tutto, soprattutto banalità e volgarità, un messaggio di tal tipo può essere una vera, piccola ma importante goccia di balsamo. Per affrontare con più forza la malattia, per coltivare la speranza, per continuare ad inseguire i propri sogni. Sempre. Vada come vada.
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«Bisogna vivere co' suoi mali; il problema è di vivere e non di guarire» (Galeno)

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