Aldo Balestra
Diritto & Rovescio
di

Perché la neve è come
il silenzio elettorale

Strade innevate nella notte
Strade innevate nella notte
di Aldo Balestra
Sabato 3 Marzo 2018, 19:14 - Ultimo agg. 6 Marzo, 15:17
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«Oggi silenzio elettorale» (Ansa, 03.03.2018)
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Neve e silenzio elettorale, che legame ci sarà mai? C'è, c'è. Entrambi hanno un potere enorme, quello di coprire i rumori molesti. Nei giorni di neve di questa settimana la prima sensazione che abbiamo provato, soprattutto dove la neve è venuta giù intensa e copiosa,  è stata quella di «vivere», persino apprezzare - per chi sa farlo - il silenzio che ne scaturiva.
 
Certo, poco dopo siamo tornati alle incombenze di ogni giorno. Tutto frenato, sconvolto o cancellato dalla neve. Eppure il silenzio crescente, mentre nevica, ha un fascino tutto suo: aiuta a pensare, riconcilia con se stessi, dimostra tutta la piccolezza dell'uomo rispetto a un elemento naturale in grado di dettar legge. Con il silenzio. Facendo persino ascoltare il tuo respiro, quando cammini, o il rumore dei tuoi passi, mentre avanzi nella neve. Cose che difficilmente avverti, immagini, apprezzi quando i rumori più forti coprono gli altri. E non esiste un «rumore» totalizzante come quello della neve che cade. Un silenzio persino in grado di essere assordante.

Lo stesso, guarda un po',  avviene nelle ore del silenzio elettorale prima delle elezioni. Certo, non ha il potere naturale e irraggiungibile della neve. In fondo il silenzio elettorale è un invenzione degli uomini rispetto a un'altra «invenzione», quella delle elezioni per scegliere il nuovo Parlamento, la nuova Regione, il nuovo sindaco e così via.
Spesso vituperato,  talvolta volontariamente o fraudolentemente violato, continua ad esistere - per fortuna - anche nell'anno di grazia 2018. E lo apprezziamo mica poco in occasione di queste Politiche, con così pochi tanti comizi in piazza ma tanti nella nostra testa attraverso i social. Siamo stati bombardati, per settimane, da spot, messaggi, inviti, offese, ragionamenti o presunti tali, dissertazioni a tutti i livelli e con improbabili oratori, fotomontaggi, fake news e altre diavolerie, di tutti i tipi. Facile utilizzare la tastiera, devastante l'effetto assordante che ha prodotto tutto ciò. Devastante e rumoroso. E come tutti i rumori produce confusione, incapacità di fermarsi a ragionare, capire cosa e come fare nella domenica elettorale.

Ecco perchè piace, questo silenzio elettorale. Lo apprezziamo, ne godiamo quasi come quando è nevicato e quei fiocchi coprivano strade, auto, persone, campi. Piace avere qualche ora per noi stessi, e vada come vada il voto, tanto non è che in un giorno si è in grado di cambiare il risultato.

Sappiamo bene che si tratta di uno status a tempo, e poi qualcuno comunque fa il maramaldo con un clic, un manifesto affisso di nascosto, un messaggino, una ...dichiarazione di voto fuori tempo massimo. Sappiamo pure (sigh!) che dalle 23 di domenica tornerà il «bombardamento» ad ogni latitudine, in ogni modo e con violenza. Ecco perchè godiamo del momento.
Ogni tanto serve, il silenzio.
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«La gente savia si tace quando parlano i pazzi»  (Ferrieres)
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