Aldo Balestra
Diritto & Rovescio
di

La stessa divisa
e il diverso dovere

Fiori per ricordare il gendarme-eroe francese Arnaud Beltrame
Fiori per ricordare il gendarme-eroe francese Arnaud Beltrame
di Aldo Balestra
Domenica 25 Marzo 2018, 00:06 - Ultimo agg. 27 Marzo, 00:16
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«Francia: morto il gendarme che si era offerto come ostaggio» (Adn, 24 marzo 2017, ore 7.17)
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La divisa è la stessa, la pesante grisaille bleu della gendarmeria francese.
Un volto lo conosciamo, è quello intenso e sereno di Arnaud Beltrame, 45 anni, tenente colonnello ucciso dal terrorista Redounane Lakdime. Beltrame, coraggiosamente, aveva deposto la pistola e voleva sostituirsi a una donna presa in ostaggio - in un market di Trebes - dal giovane seguace dell'Isis (eliminato dalla forze speciali dopo aver lasciato una scia di 4 morti e 15 feriti). Non ha fatto in tempo, ha pagato con la vita per il suo coraggio e per la sua generosità. Era fiero della sua divisa, sognava una vita con Marielle, la sua compagna, e avrebbe dovuto sposarsi a breve. Sono stati uniti in matrimonio, nell'ospedale di Carcassonne, quando ormai Arnaud era moribondo. Poco prima di spirare e di diventare un «eroe nazionale». «Viveva per la Francia, è morto per la Francia, ma oggi mi direbbe: ho fatto soltanto il mio dovere, mamma», ha raccontato in lacrime la madre.
E' morto, Arnaud, facendo fino in fondo il suo dovere. Senza se e senza ma. 
 
L'altro volto non lo conosciamo. Non lo conosceremo mai, e comunque non serve. Sarà quello di un gendarme uomo o donna? Sposato, sposata? Padre, madre? Che storia personale avrà il gendarme francese che qualche settimana fa ha bloccato Destiny e Beauty, lui e lei, una coppia di giovani nigeriani senza permessi che cercava di raggiungere la Francia dall'Italia, attraverso il confine? Certo, avrà fatto il suo «dovere», quello che gli hanno ordinato i suoi capi, «difendere i confini, difendere la Francia».

Ma, come dicono tanti racconti sulle modalità d'azione messe in campo dai gendarmi francesi al confine con l'Italia, avrà tirato fuori ogni cavillo possibile per respingere quella coppia africana che cercava di scappare con un piccino custodito nel corpo già malato di Beauty? E, soprattutto, che modi avrà usato per quella coppia di disperati che chiedeva pietà, aspirava a cure dignitose? Non avrebbe potuto portarli al vicino ospedale di Briancon, piuttosto che scaricare Beauty davanti all'ospedale di Bardonecchia? Ha fatto il suo dovere, si dirà. Duramente il suo dovere, è stato comandato, si dirà.

Formalmente è così. Ma un «gendarme» deve saper essere forte con i forti e comprensivo con i deboli, senza rinunciare alla missione affidatagli. Non si spiega altrimenti il bel gesto del poliziotto italiano che, qualche mese fa, accarezzava il volto di una donna africana che stava sfrattando da un palazzo romano.

Ed allora, mentre Arnaud faceva scudo con il suo corpo per salvare una donna inerme, un suo collega ha trattato  senza pietà alcuna una donna incinta, morta dopo un mese di agonia nonostante le cure dell'ospedale di Torino. Da quel corpo martoriato è uscito appena in tempo Israel, nato prematuro, che ora lotta come un «leone» vero - lui sì - per sopravvivere. Ed è giusto che intorno ci sia solidarietà per il bimbo e il suo giovane papà. Il ricordo di quella grisaglia blu che scarica Beauty davanti all'ospedale, come un sacco di patate, è lontano. Sparisce Oltralpe, dove tutti, e non solo lì, hanno invece stampato nella mente il volto bello e pulito di Arnaud.
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«Il dovere incomincia con la vita e termina con la morte, circuisce tutto il nostro essere, ci ordina di fare ciò che è giusto e ci proibisce di compiere ciò che è male» (Smiles, Dovere)
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