Aldo Balestra
Diritto & Rovescio
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Larissa è cresciuta
ora salta più di Fiona

Larissa Iachipino durante un salto in una foto tratta dal sito della Fidal
Larissa Iachipino durante un salto in una foto tratta dal sito della Fidal
di Aldo Balestra
Lunedì 29 Gennaio 2018, 23:12 - Ultimo agg. 30 Gennaio, 08:04
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«Figlia May: a 15 anni batte anche la madre Fiona»​ (Ansa, 28 gennaio 2018)
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Era solo una bambina, cresceva con la merendina al latte che la madre, icona dell'atletica italiana prestata alla tv, non mancava mai di darle. Quante volte quei riccioli neri hanno bucato i nostri schermi, nella pubblicità televisiva. Fiona s'avviava alla fine di una incredibile carriera, piena di soddisfazioni; Larissa era soltanto una bambina mingherlina e allegra, tutta riccioli.

Una decina di anni dopo Larissa ha superato la madre. Di sei centimetri, nel salto in lungo. La madre balzava sulle sue gambe, alla stessa età, solo «fino» a 6 metri e 30 centimetri. A Padova la figlia quindicenne, cresciuta ad allenamenti e allenamenti, l'ha già superata. Arrivando fino a 6.36. Volando, letteralmente.

Le merendine saranno state anche buone. Ma qui c'entrano, innanzitutto, madre e padre. Due atleti, mica due qualsiasi. Nel 2002 Larissa viene alla luce, nel Mugello: figlia di Fiona May, atleta britannica di origine e naturalizzata italiana, due ori mondiali e due argenti olimpici nel salto in lungo, e di Gianni Iapichino, già primatista nazionale di salto con l'asta.

Oggi la bimba dai riccioli neri è cresciuta. Allenandosi ogni giorno, con tante rinunce, facendo sacrifici. «E' brava e determinata, può migliorare ma io non la stresso», dice di lei Fiona. Le dava le merendine, un tempo, con un sorriso dolce. Lo stesso sorriso con il quale oggi segue le sue gesta in pista. E le è accanto, premurosamente, ma senza esagerare.
Una baby campionessa. Chi può dire dove potrà arrivare? Salta, Larissa, salta. Il futuro è nelle tue mani, anzi nelle tue lunghe leve, in grado di farti balzare avanti. Sempre di più.
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«La lode dei figli, e principalmente delle figliuole, ricade sulla madre» (Cantù)
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