Aldo Balestra
Diritto & Rovescio
di

La studentessa bendata
non è fiducia tradita

La studentessa del Liceo di Scafati, bendata durante l'interrogazione
La studentessa del Liceo di Scafati, bendata durante l'interrogazione
di Aldo Balestra
Venerdì 30 Ottobre 2020, 00:37 - Ultimo agg. 12:10
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«Alunne bendate durante un'interrogazione Dad al Liceo di Scafati», Ansa, 29.10.2020, ore 18.02
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Non si fa. Ma non tutto è come sembra. Perché ora è molto difficile rimuovere la prima, superficiale lettura che si dà a una notizia dove la cosa che più colpisce è la fotografia. Il quadrante di un video, l'immagine sfocata di una lezione con didattica a distanza al Liceo Caccioppoli di Scafati, in provincia di Salerno, una studentessa che risponde ad una interrogazione di storia con gli occhi bendati da un ampio foulard, tutt'intorno la "corona" della compagne ad ascoltare.

Finisce nel mirino il metodo adoperato da una professoressa salernitana, quindici anni di onorata carriera al Liceo, una che pretende ma perché vuole sempre il meglio dai suoi studenti (e mica la vogliamo considerare una colpa), amata dai suoi ragazzi (quelli che studiano, innanzitutto), rispettata nel suo ambiente, realista anche ora che finisce nell'occhio del ciclone. Con tanto di indignazioni e interrogazioni varie, perché un'indignazione e un'interrogazione (politica), in Italia, non si negano a nessuno.

Prima il suo preside, poi la stessa professoressa, hanno spiegato il senso di quello che è stato definito "esperimento", e che certo sarebbe stato meglio non provare in tempo di telefonini, foto, audio, WhatsApp, derisioni che viaggiano con la velocità di un secondo e notizie che si fermano, come detto, solo alla prima lettura. E così, oltre lo stupore, c'è il dato vero che la prof aveva concordato con due studentesse l'effettuazione di una interrogazione con una benda sugli occhi, per dimostrare al resto della classe che studiare, e andare bene in storia, senza sbirciare e senza suggerimenti, è possibile anche in condizioni "estreme".

Apriti cielo. Ne parla l'Italia. Ma fa bene «Il Mattino» ad andare a fondo e ad interpellare, oltre a preside e prof, anche gli studenti della II B. Lei, quella bendata, in un post su Facebook si sfoga: «Siamo diventati storie ma siamo vite. La distanza ci isola. Nessuno è stato costretto. Era solo una prova per dimostrare che esistono altri occhi da cui poter guardare. Siamo fieri della nostra insegnante e della nostra scuola».

Capito? Niente di che.

Ma la vicenda colpisce, circola di bocca in bocca, viaggia veloce nell'Italia che sbircia, ride e s'indigna con inaudita facilità anche ai tempi della seconda ondata del Covid. La stessa professoressa si dice amareggiata perché «un fotogramma non può raccontare la realtà di un metodo assolutamente concordato con gli studenti» e che «la didattica a distanza crea disagi ai ragazzi più bravi, determinando un livellamento in basso».

Già la Dad è cosa complicata, che al Sud non riesce a tutti e mai al meglio. E che ci sia una complessiva, ulteriore difficoltà valutativa dei professori per non avere lo studente faccia  a faccia è cosa assolutamente vera.E' così che forse, a Scafati, si è andati "oltre", il preside con il senno di poi dice che se avesse saputo prima non avrebbe consentito "l'esperimento". Ma da qui a puntare il dito senza appello verso una professoressa, come se tutti i guai della scuola a distanza ai tempi del Covid fossero in quel foulard, è cosa sbagliata. Non si è trattato di non aver fiducia dei propri studenti. E' stato proprio il contario. Aver avuto talmente fiducia in chi studia da sfidarli per dimostrare agli altri che, anche con un foulard sugli occhi, chi s'impegna e studia non ha problemi. E i suoi talenti può tirarli fuori sempre.

Se ne può discutere, certo. Ma non è la fine del mondo. In una complicata e artefatta scuola fatta da casa dove occorre il massimo impegno di tutti, insegnanti, ragazzi, famiglie. No, la Dad non è una vacanza. E' cosa seria, nell'emergenza pandemica. Proviamo a farla funzionare al meglio. E già limiteremo i danni di un anno scolastico partito con problemi e delusioni maggiori di come si era chiuso il precedente.

Ps. Le due studentesse interrogate con il foulard sugli occhi hanno preso 9 all'interrogazione di storia. Con o senza benda, le conquiste romane, per loro, avevano un valore. Merito anche della prof.

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«Si può, a forza di fiducia, mettere qualcuno nell'impossibilità di ingannarci» (Joseph Joubert, Taccuini)

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