Aldo Balestra
Diritto & Rovescio
di

Politici incorreggibili
nell'Italia senza memoria

Una fase del voto per il Presidente della Repubblica
Una fase del voto per il Presidente della Repubblica
di Aldo Balestra
Giovedì 27 Gennaio 2022, 18:48 - Ultimo agg. 28 Gennaio, 00:05
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«Quirinale: fumata nera al quarto scrutinio» (Il Sole 24 Ore, Radiocor Plus)  - 27 gennaio 2022, ore 15.13
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Non sta facendo bene all'Italia (e agli occhi del mondo) lo spettacolo che da quattro giorni, tra dirette da Montecitorio e maratone tv, retroscena e interviste, conferenze stampa e terne di nomi, sìbili e veleni, lazzi e sberleffi, amuchina e voto dei positivi Covid al drive-in, viene somministrato dai 1009 elettori del Presidente della Repubblica.

Non lo merita un Paese che sta lottando ancora per uscire dalla pandemia e conta ogni giorno decine di morti, un Paese che si lecca le ferite profonde all'occupazione e all'economia, un Paese che aspira pomposamente alla ripresa e alla resilienza con l'investimento di una montagna di soldi accordatagli dall'Europa, un Paese che negli ultimi anni è stato sempre più svilito da governismi, opportunismi e qualunquismi, dall'uno vale uno e dall'affossamento delle competenze.

Per evitare il tracollo è stato necessario ricorrere, nel punto limite, grazie alla lungimiranza del Capo dello Stato uscente, alle competenze italiche che il mondo stima più dell'Italia stessa, mentre qui si rischia senza guida e controllo di rinnegare ogni percorso per accontentarsi di un potere predatorio che costringe le migliori menti, soprattutto quelle giovani, a non avere più fiducia e ad andarsene via.

Scriviamo mentre i nomi ancora impazzano e si bruciano, in quello che è stato ribattezzato toto-Quirinale, come se la più alta carica di uno Stato democratico possa essere questione di fortuna, probabilità, tweet e battute varie. E colpisce come chi, nel deporre una scheda in un'urna così prestigiosa, non si renda conto della responsabilità di cui è investito: mentre i capi-bastone decidono come (farli) votare in un vortice di vertici senza fine, passando disinvoltamente dall'indicazione di un nome di bandiera all'astensione, loro non trovano nulla di meglio che alimentare in quattro giorni la caciara, scrivendo sulla scheda in maniera crescente il nome e cognome di amici, calciatori, cantanti, attori, presentatori tv e di laqualunque.

L'affidabilità e l'autorevolezza di un presidente uscente come Mattarella ha indotto (almeno) altri grandi elettori a far crescere l'indicazione del suo nome nell'urna, in una sorta di richiamo alla responsabilità, seppur nella consapevolezza della sua indisponibilità (al momento) di rimanere al Quirinale per altri sette anni. Ci auguriamo che, alla fine di questo impazzimento generale, il Parlamento (e i suoi aggiunti) riesca davvero a votare il meglio, con una responsabile e condivisa costruzione politica, senza ricatti e ripicche. Nella consapevolezza che un Capo dello Stato conta per tutti, e come se conta, soprattutto in un momento così difficile. I ruoli di garanzia sono quelli in cui non si può, non si dovrebbe sbagliare mai. Il guaio è che, comunque andrà, il ricordo di ciò che sta avvenendo, e il nome dei protagonisti ed il loro colore politico, svaniranno come sempre troppo facilmente nel Paese. Ne siamo consapevoli e non da ora, lo pensiamo con amarezza, lo diciamo nel giorno in cui, persino per sciagure della storia mondiale, la Memoria fa fatica a tenersi in esercizio.
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«La buona politica consiste nella franchezza, nel silenzio e nella probità» (Adisson)

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