Aldo Balestra
Diritto & Rovescio
di

Ibra, Sanremo e la realtà
meglio della fantasia

Amadeus e Ibrahimovic al Festival di Sanremo
Amadeus e Ibrahimovic al Festival di Sanremo
di Aldo Balestra
Venerdì 5 Marzo 2021, 19:11 - Ultimo agg. 7 Marzo, 21:47
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Sanremo, il motoclista che ha "salvato" Ibrahimovic: «Voleva guidare lui lo scooter» (Ansa, 5.3.2021, ore 12.51)
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A volte, davvero, la realtà supera la fantasia. E rende persino lo spettacolo più rituale-preparato-scontato-sponsorizzato-amato-criticato della televisione italiana più vero e colorato. Prendi quel che è accaduto al festival di Sanremo. Il dibattito su cantanti, canzoni, cachet e outfit degli ospiti lo lasciamo a critici di professione e a quelli stagionali da social. In fondo, in questi giorni, basta l'hashtag #Sanremo21 per mettere in circolo di tutto, di più.

A noi piace riflettere sul fatto che la vicenda del ritardo dell'ospite fisso Zlatan Ibrahimovic, statuario calciatore del Milan rallentato nel suo arrivo a Sanremo da un incidente stradale lungo il percorso e "salvato" da un motoclista di passaggio, che l'ha caricato a bordo portandolo fino all'Ariston - sia stata una delle variabili più imprevedibili che si potesse neanche lontanamente immaginare. E che dimostra come la vita reale sia in grado di irrompere all'improvviso in quello che si costruisce in tv.

Gli autori, con Amadeus in testa, avevano certosinamente progettato per Ibra un profilo ben definito da ospite, quello del leader forte, temuto e rispettato (magari anche antipatico), che dal campo si trasferiva sul suo yacht miliardario per poi sbarcare e provare a fare una sorta di comandante-gradasso anche al Festival. Un gioco delle parti, certo. Ma era difficile pensare che anche Ibra potesse una sera, come un qualsiasi pendolare, rimanere bloccato tre ore in coda per un incidente stradale, mettendo in discussione la partecipazione al Festival. E la vita, ma devi metterci uno estroso come Ibrahimovic, può anche riservarti di fare il "motostop" con lo scooter di un piccolo imprenditore di passaggio, chiamasi Francesco Nocera, anch'egli in coda ma libero di sfilare con il due-ruote tra le auto ferme.

Chissà, Ibra lo avrebbe mai fatto se qualcuno glielo avesse imposto per copione? Zlatan, uno a cui non difetta la schiettezza che spesso tracima in irruenza, l'ha invece fatto: provare il tutto per tutto, spingere, osare come fa in campo, salire sullo scooter, persino provando a chiedere di guidarlo lui fino a Sanremo, nel freddo della sera, sessanta chilometri d'un fiato sperando di arrivare in tempo per il duetto della serata con un preoccupatissimo Amadeus. Un'avventura per lo stesso Ibra (vuoi mettere? ha ripreso la scena del suo stranissimo viaggio «perché altrimenti non mi credete»), monitorato con il Gps dal preoccupatissimo collaboratore di fiducia, fino a scoprire - arrivando all'Ariston - che il suo "salvatore" in scooter era milanista, stranito dal trovarsi di fronte proprio il suo idolo che gli chiede un passaggio, che confessa candidamente all'arrivo di non aver mai guidato la moto in autostrada, fino a quel momento.

Roba difficile da immaginare, persino per Fiorello che di spontaneità giganteggia. Roba diversa da lustrini, canzoni e battute sul palco. Roba che ci hanno persino reso più "umano" lo svedese figlio di immigrati slavi, uno dei calciatori considerato tra i più potenti e prolifici al mondo, che proprio simpatico (a tutti) non è. D'altro canto in diverse pubblicità era stata esaltata la sua leadership, senza se e senza ma, la sua potenza, il suo decisionismo. E su questo "giocava", al festival, Amadeus. Non poteva pensare che un incidente in autostrada, un campione senza remore sempre all'attacco e uno scooterista incerto e milanista potessero regalargli un flash di originale verità e spontaneità. Assai più divertente di quanto era già pronto, da settimane, in scaletta.
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«La realtà romanzesca» (titolo di una rubrica della Domenica del Corriere) 

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