Aldo Balestra
Diritto & Rovescio
di

L'orrore della guerra
e il vagito di Mia

Un bimbo ucraino piange tra le braccia della madre
Un bimbo ucraino piange tra le braccia della madre
di Aldo Balestra
Sabato 26 Febbraio 2022, 10:52 - Ultimo agg. 11:13
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«Ucraina, nasce un bebè nella metro di Kiev diventato un rifugio»​ (Ansa, 26 febbraio 2022, ore 1.25)
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Se c'è una cosa che sconvolge più delle altre, come se fosse possibile stabilire in ogni guerra una gradazione dell'orrore, è la paura che si coglie nei volti dei bambini coinvolti, dall'oggi al domani, nel cruento conflitto russo-ucraino. In queste ore vedere i bimbi ucraini strappati alle loro case, ai loro asili e scuole, ai loro ospedali oncologici, ai loro orfanotrofi per essere stipati nei tunnel della metro, nei sotterranei, al freddo e senza nessun calore se non quello delle braccia delle loro mamme o dei loro tutori, è qualcosa che strazia ancor di più i cuori.

Ma cosa hanno fatto, nella loro innocenza, per vedersi coinvolti in una guerra assurda, nel pieno dell'Europa che sperava di aver ormai accantonato questo metodo cruento e irrazionale di risoluzione di ogni tipo di conflitto politico? I più grandicelli hanno messo qualche vestito e qualche gioco nei loro zainetti.

E poi via, giù, nei mille ventri delle città ucraine. L'Onu avvisa che il conflitto innescato dalla Russia potrebbe coinvolgere fino a 7,5 milioni di bambini. Segnati per sempre, in migliaia destinati a diventare orfani di padri soldati per professione o frettolosamente diventati per patriottismo, questo lo vedremo alla fine - speriamo non lontana - del conflitto. Per ora i bambini ucraini di ogni età restano aggrappati alle braccia delle mamme, dei parenti, dei fratellini e delle sorelline più grandi, sperando che rimangano conforto rassicurante nell'inenarrabile strage. E' che li guardi, e pensi che potrebbero essere figli tuoi, e per chi è genitore da poco correre nella stanzetta dei propri figli, per vederli dormire sognando cose belle o giocare sereni, è insieme consolazione egoistica e manifestazione di impotenza.

Le cronache parlano già di tantissimi bambini uccisi in Ucraina. Chi continua a spingere bottoni di missili che non sono mai intelligenti per natura, o a tirare il grilletto, sta facendo strage anche di piccole anime innocenti. E in Russia i soldati invasori hanno lasciato, a loro volta, famiglie e figli, e chissà quanti militari comandati da un regime sempre più autoritario e folle, che li consegna al terrore della disciplina militare, non faranno ritorno in Patria. Vogliamo magari sognare, ad occhi aperti, che proprio dalle popolazioni civili e militari russe, in questi giorni, s'inneschi una massiccia rivolta contro la guerra, più forte delle sanzioni economiche rimaste l'unica arma di una diplomazia occidentale sempre più indecisa, affaristica e balbettante, impreparata ad un evento che essa stessa ha contribuito a determinare nelle proprie comfort zone.

In tutto questo panorama spettrale ma vero, di un mondo a cui non è bastata una pandemia, ecco un grido, un vagito di speranza nella notte del terzo giorno di guerra dai cunicoli oscuri della metropolitana della bellissima Kiev, diventata inospitale rifugio per decine di migliaia di persone in fuga dalla guerra, mentre il presidente Zelensky si aggira in città facendo video in cui invita alla resistenza. Una donna (nella foto in calce all'articolo) ha dato alla luce, su una lettiga di fortuna, una bellissima bimba, a cui è stato dato il nome di Mia. Una bimba “della” madre, un miracolo della vita, che speriamo non debba essere minacciata e oltraggiata da nessuna bomba. E che non sia solo un simbolo, che sia realtà destinata a crescere, sorridere, giocare. Come hanno diritto, hanno diritto, tutti i bambini del mondo. Sempre più innocenti, tra le follie dei grandi.
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«Lo spirito vitale universale, che discende dal cielo puro, inalterabile come la luce, è la sorgente della vita che esiste sur ogni cosa, ch'ei forma e moltiplica dandole potenza di propagarsi» (Maxwell)

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