Aldo Balestra
Diritto & Rovescio
di

Se sempre più gente
non va più a votare

Un seggio elettorale a Napoli
Un seggio elettorale a Napoli
di Aldo Balestra
Lunedì 4 Ottobre 2021, 23:30 - Ultimo agg. 5 Ottobre, 09:41
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«C'è rischio che l'astensionismo salga ancora» (Ansa, 4 ottobre 2021, ore 18.16)
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Non è cosa da poco. E nemmeno roba per statistica nuda e pura. Perché qui le percentuali ci aiutano a capire meglio come alla crisi della politica il cittadino-elettore reagisca, sempre di più e in maniera pericolosa, non recandosi alle urne. Il voto amministrativo di ottobre in Calabria e nelle più grandi città del Paese - Roma, Milano, Napoli, Torino - restituisce percentuali di partecipazione al voto così basse e in calo da preoccupare parecchio . Osserva Cristopher Cepernich, sociologo dei media e dei fenomeni politici all'Università degli Studi di Torino: «Non si poteva immaginare un astensionismo, rischio sì prevedibile, ma in percentuale così alta ed inattesa. Si vota meno perché non si trova una rappresentanza in cui avere fiducia».

I dati sono chiari: a Milano (47,06%, record negativo di sempre), come a Torino (48,06%) e a Napoli (qui ci si è fermati addirittura al 47,19%, con oltre 6 punti percentuali in meno del 2016) la partecipazione al voto è stata la più bassa di sempre, a Roma rispetto a cinque anni fa è addirittura crollata (48,83%) . Tra i capoluoghi di regione soltanto Bologna, dove l'affluenza comunque è calata, ha chiuso con una partecipazione superiore al 50%. Insomma, nelle grandi città i sindaci già eletti (Sala a Milano e Manfredi a Napoli) sono stati votati da meno di un cittadino su due.

«Cresce l'astensionismo», non è solo - allora - litania per un titolo di tg o di giornale.

Il fenomeno (complessivamente pari al 54,69% in questa consultazione amministrativa) sembra avanzare irrimediabilmente, risiede nella mancata corrispondenza tra la legittima aspirazione dell'affidamento di un'aspettativa da parte del cittadino-elettore all'offerta, complessivamente intesa, della politica. Ecco perché una politica così in crisi di rappresentanza ha sempre più bisogno di puntare (o almeno dichiarare di riconoscersi) in candidati e nomi di richiamo, nella speranza di “farcela” anche stavolta. E chi va a votare sembra “affidare” il consenso alla persona in quanto tale più che a quello che rappresenta.

Il rischio è davvero grande: per quei pochi che votano esercitando un diritto più che un dovere e soprattutto per i tanti, sempre di più, che non votano, disinteressandosi dichiaratamente o meno. Insomma, sindaci e amministratori sono candidati da pochi ed eletti da pochissimi. Una massa enorme di cittadini-elettori resta ai margini, rabbiosa o ignara. Tirarsi fuori dalla scelta, però, finisce per essere un rimedio peggiore di tutto il male della politica. Che, ancora una volta, riceve un segnale forte, chiaro e inequivocabile che così non va.
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«E' facile fidarsi di chi è degno di fiducia...Con me puoi imparare a fidarti di chi non ne è degno!» (Charles M. Schulz, I Peanuts - Lucy)

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