A cosa pensiamo quando pensiamo al calcio

A cosa pensiamo quando pensiamo al calcio
Venerdì 1 Giugno 2018, 13:50
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Arriva tardi, Simon Critchley, almeno in Italia. Il professore che dirige il dipartimento di Filosofia della New School for Social Research di New York prova a spiegare “A cosa pensiamo quando pensiamo al calcio” (Einaudi), raccontando principalmente il suo Liverpool: da quello del passato (di suo padre) a quello del presente di Klopp (che Einaudi non mette in quarta di copertina nei nomi, dimostrando poca attenzione). Critchley aggiunge poco almeno ai lettori di un libro come “Il più mancino dei tiri” di Edmondo Berselli – che andrebbe sempre ristampato –, svisa filosofia con molta serietà – dove invece Berselli palleggiava tra alti e bassi, tra aree di rigore (economico) scaffali (di biblioteca) e tivù inseguendo Mariolino Corso e analizzando Aldo Moro; Critchley, invece, racconta un vecchio Zidane attraverso il film di Gordon&Parreno, e dimentica molto, troppo, calcio. Ma la sua colpa più grande è di metterla giù pesante e senza ironia, c’è troppo Heidegger e nemmeno un po’ di Guardiola, tanto Gadamer e mai un Maradona, come dimenticare Kant e Platone.  
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