Barbie e la costituzione

Barbie e la costituzione
Venerdì 7 Ottobre 2016, 10:49
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Adesso che sappiamo chi è Elena Ferrante, possiamo occuparci di un grande personaggio letterario: Gustavo Zagrebelsky. La sua apparizione in tivù come sfidante del premier Renzi è la vera novità letteraria di questo anno. Mentre la Ferrante scompariva – non avendo più dalla sua il carisma e sintomatico mistero che Battiato attribuiva agli occhiali da sole e i giornali italiani all’identità nascosta – il giudice Zagrebelsky compariva portando le pagine della letteratura russa alla destra del teleschermo e alla sinistra di Renzi e Mentana. La sua lentezza calviniana – dell’Italo alla tivù – a dispetto delle sue idee, inceppava il sistema; se è vero che perdeva in ragione, è vero che ne guadagnava la letteratura. Scivolato via dalle pagine di Tolstoj, arrivava in uno studio televisivo con la carica dell’incongruenza, con tic linguistici meravigliosi e una naturale predisposizione alla sconfitta: caratteristiche tipiche del grande personaggio, che col passare del tempo assumeva anche dei contorni rothiani – di Philip – e bellowiani – da Saul – e veniva da immaginarlo come protagonista del romanzo da scrivere: “Barbie e la costituzione”. 
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