Cabasisi e fimmini

Venerdì 8 Maggio 2015, 11:27
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“La Lettura” manda lettori a casa di Andrea Camilleri – è lui il vero Partito Nazione, l’uomo forte, e se non è anche il salvatore della patria di sicuro è quello dell’editoria – che li accoglie nella tana del suo dialetto furbo, sfodera cabasisi e fimmini, Vigàta e Montalbano, lasciando per una volta da parte Sciascia, il contesto e l’impegno civile che ha declinato in orrendi versi contro Berlusconi e firmando appelli come una volta cambiali per comprare la millecento. Ma quello che colpisce e riassume il fenomeno Camilleri è l’affermazione di un lettore-medico che, chiedendo consigli, confessa di leggere «soltanto riviste mediche e libri del maestro». Un lettore normale metterebbe agli atti Montalbano dopo tre romanzi, invece, il lettore camilleriano – decine di migliaia – ne vuole ancora, sempre le stesse dinamiche, le stesse storie, la stessa Vigàta, con la variante di qualche personaggio in una monotonia che racconta l’Italia meglio di qualunque mappa di Ilvo Diamanti. Il lettore italiano è un bambino, e i bambini pensano che tutto abbia un seguito. 

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