Ghost birds 

Venerdì 14 Agosto 2015, 14:51
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Nella verticalità delle scene di “True detective2”, c’è tutta la distanza dalle seriucce italiane. L’occhio di Dio diventa quello dello sceneggiatore: in una diarchia di scrittura e visione, e misura la pochezza delle sceneggiature italiane e dei loro compilatori. Nic Pizzolatto ascende mentre in Italia si dibatte sulla fiction che inficia la località, perché le seriucce italiane hanno ancora bisogno della realtà e sono incapaci di farsi e darsi finzione, come se la verità non fosse un elemento di scena, uno dei dettagli che contribuiscono alla grandezza, no, in Italia la verità è tutto, con le telecamere anzi le mdp – come direbbe Ghezzi – ferme al neorealismo, unica idea possibile, la serie a una dimensione. È, invece, nel tradimento della verità che arriva l’arte, non nella sua fedeltà. È nella distribuzione della colpa e non del candore da santi, che arriva la spessore dei personaggi, e bastava aver letto “Galveston”, prima di aver visto “True detective”, per capire come Pizzolatto fosse un grande dominatore di tempi differenti, un costruttore di piani e un dispensatore di massime chandleriane. 

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