Gli occhiali rotti di Enzo Baldoni

Venerdì 29 Agosto 2014, 12:42 - Ultimo agg. 19 Marzo, 09:29
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Non so come sia il dopo di Enzo Baldoni né come lui l’avesse immaginato, so che ora è più vecchio del Tigri e dell’Eufrate, che i suoi occhiali sono rotti e che non può nuotare, so che il suo aereo non è più atterrato e che è facile morire in Iraq ancora oggi. Difficile è riderne e lui c’è riuscito. Con il suo costume rosso nuotava nella piscina del hotel Palestine dopo aver girato Baghdad – dove «c’è figa» – e averla riassunta in poco. Difficile non è scrivere una pagina da corrispondente ma dieci righe su un blog che ancora oggi bastano a raccontare quel paese. Senza salire mai nemmeno su uno scalino prima di scrivere. Senza mai aggiungersi ai collezionisti di inutilità di cui il giornalismo italiano è pieno: camicia pulita e cinismo, morti a vent’anni anche se vivono fino a cento. E per quanto ci provino a offenderlo, dimenticarlo, sminuirlo, non fanno altro che rendergli grazia. «Tanto non avrete mai veramente idea di tutto quello che ho combinato».
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