I cowboy non mollano mai 

Venerdì 3 Luglio 2015, 18:28
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Ogni tanto si alza qualcuno – di solito dalla sdraio, lamentandosi della sabbia – e si accorge che in Italia si pubblicano una marea di libri brutti, che ci sono scrittori creati in vitro, vere e proprie figure da mazzo di carte (ne occorrono 40, completate quelle sufficienti a giocare bisogna aspettare la morte di una delle figure), e poi finisce la frase lagnandosi dei premi e soprattutto della critica – categoria alla quale, di solito appartiene –. Non dice, però, di essere anch’egli parte della Critica connivente, la militanza significa che milita nelle fila di una casa editrice non di una idea; non dice di avere una banda e dei pregiudizi; non dice di avere fame di prefazioni piuttosto che di battaglie; non dice di volere una rubrica e un festival ma una letteratura migliore; non dice che è stato venti anni a pieno regime nel premio più conformista d’Europa rendendosene conto quando il suo voto non contava più; e alla fine non si accorge che c’è più mondo e racconto nelle canzoni di Max Pezzali che in tutta la sua nuova antologia dei selezionatissimi scrittori e poeti da leggere e rileggere.  
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