I pesci devono nuotare

I pesci devono nuotare
Sabato 9 Luglio 2016, 12:13
1 Minuto di Lettura
Paolo Di Stefano con “I pesci devono nuotare” (Rizzoli), scrive un libro dickensiano, raccontando la storia vera di Selim: migrante, da Telbana, Egitto, a Milano, Italia. Oltre la bellezza della voce narrante – la scelta linguistica sul bordo delle incertezze –; oltre gli intermezzi delle altre voci e scritture indeterminate, un grande coro dei migranti; oltre la storia coinvolgente, c’è la grande capacità – sempre più rara – della restituzione di realtà. Di Stefano riesce a farci entrare nei pensieri di un egiziano in un tempo avaro di empatia, ci fa attraversare il Mediterraneo andando oltre la cronaca di tutti i giorni. È così perfetta la restituzione, da sembrare una favola (anche per certi canoni che scoprirete leggendo). In un tempo di muri e di distanze che aumentano, lavora per ricongiungere, e ci riesce. Non ci sono concessioni ai sentimentalismi, c’è la ricerca della vita e il suo diritto a farsi, ovunque: sopra e sotto le stupide restrizioni di chi non ricorda quello che è stato, di chi non vuole sapere quello che sarà. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA