I signori delle lacrime 

Venerdì 4 Settembre 2015, 13:15
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L’intellettuale italiano vive attraverso la lamentela, scavalcando con puntualità la divisione pubblico/privato. Ogni suo intervento è finalizzato a far sapere di una perdita o di un torto subito: riducendo il mondo a se stesso. In questo – che è ormai un genere – alcuni hanno l’argomento fisso esteso da categoria a serie tv: c’è quello che ricorda ogni anno la sua mancata candidatura al premio S, quello che fa sapere che la casa editrice M ha rifiutato il suo ennesimo libro di memorie – senza che né editor né lettori gli chiedano conto delle contraddizioni non nella trama ma nella vita –, c’è quello che ricorda sui social la cancellazione della sua rubrica e quello che rimpiange il suo spazio televisivo, ci sono quelli che si indignano, si incazzano ma poi alla fine del pezzo chiedono se mai ci fosse spazio – come certi mercanti nei suk che poi cedono sul prezzo – e ci sono quelli che si tengono la cassa-integrazione intellettuale ma devono farlo sapere comunque che stanno perdendo qualcosa.
A pagare sono i giornali che per dare spazio al rimpianto, perdono di vista il racconto del futuro, ma c’è tempo, appena sarà passato e recriminabile: avrà un mucchio di scrittori-testimoni.
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