Il Bosco delle sorprese

Il Bosco delle sorprese
Mercoledì 8 Luglio 2020, 22:39
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«L’editoria era come un bosco pieno di sorprese», dice Gian Carlo Ferretti – che ha appena compiuto novant’anni – critico e storico dell’editoria che aveva capito come la storia di questo mondo fosse un punto fondamentale della cultura. Tanto che a fare un confronto col passato verrebbe fuori l’asservimento totale e perpetuo al mercato e l’assenza di sperimentazione, anche nelle piccole case editrici. È una comparazione schiacciante col meglio che è alle spalle e con la realizzazione dei pericoli avvertiti da Grazia Cherchi, che aveva “sentito” lo scarto e presagito il disastro. Un giovane Ferretti, oggi, avrebbe poco da lavorare: di grandi avventure editoriali non se ne vedono, c’è qualche media che resiste e prova a combattere, il resto è conformismo e allontanamento dalla letteratura. Zero epica. È probabile che un Bazlen non avrebbe casa, e un Bianciardi finirebbe peggio di ieri, senza nemmeno il successo/tormento de “La vita agra”. Guardando all’editoria si vedono le macerie culturali di un paese in decadimento che sembra destinato all’evaporazione e sicuramente alla superficialità romanzesca.  
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