Il cacciatore di Storie

Il cacciatore di Storie
Martedì 30 Aprile 2019, 12:45
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A quattro anni dalla morte, e a tre dall’uscita in Sudamerica, arriva “Il cacciatore di Storie” (Sperling & Kupfer), l’ultimo libro di Eduardo Galeano. Una raccolta di miniature – come ne “Il libro degli abbracci” – una specie di almanacco per sopravvivere allo schifo del mondo. Un puzzle dove si può ancora sentire la voce di Galeano, e dove tornano i suoi temi: dai nativi americani agli eroi inconsapevoli. Sotto forma di apologo, e in pochissime righe, disegna l’ultima mappa delle utopie possibili e l’origine di quelle riuscite a metà: “Nel villaggio di Sabaneta lo chiamavano «il Ragnero», perché andava per le strade annunciando ragni:  «Ragni caldi, pe’ le vecchie che non hanno denti!» «Ragni saporiti, pe’ le belle ragazze!». Ma i ragni che quel bambino vendeva non avevano zampe pelose, non catturavano nessuno nelle loro ragnatele e non avvelenavano nessuno, e non avevano la cattiva abitudine di ingoiare il maschio dopo l’amore. Nessuno sapeva perché si chiamassero così le ghiottonerie che la nonna di Hugo Chávez preparava con il succo di papaya, perché il suo nipotino contribuisse al bilancio famigliare”.  
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