Il corpo di Brera

Il corpo di Brera
Lunedì 25 Aprile 2016, 10:46 - Ultimo agg. 19 Marzo, 22:06
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Togliete le agende di Gianni Brera ad Antonio D’Orrico. Non vogliamo sapere se Mario Soldati gli scroccava le cene, se aveva l’emicrania o se toccava il culo alle cameriere. Oggi tutto diventa gossip e il rischio di far leggere quelle agende a uno come D’Orrico è che le trasformi in pomeriggio di Barbara D’Urso. Tra l’altro, molti di quelli che hanno letto il critico del “Corriere della Sera” non hanno mai letto Brera e la confusione aumenta. Il risultato è un brerismo ubriaco, una confusione che bordeggia gli spigoli delle porte d’albergo. Ci sono due antologie dei pezzi di Brera: una curata da Gianni Mura, l’altra da Angelo Carotenuto, usatele come introduzione, e poi cercate i suoi libri ma non le pagine di un voyeur che diventano inciucio. Brera è complesso, una figura enorme, scrittore raffinato e difficile, persino filosofo, oltre che cronista di sport. Era un isolato, a suo modo, non ne facciamo un personaggio, lasciamolo continuare ad essere quello che è stato: una figura dispari. Un rude passaggio tra due ali di folla pettinata. 
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