Il figlio del podestà

Il figlio del podestà
Venerdì 28 Ottobre 2016, 09:48 - Ultimo agg. 09:55
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Mentre l’ordine dei giornalisti del Piemonte porta in cattedra Casaleggio jr, Roberto Alfatti Appetiti recupera e racconta una figura dispari dei giornali, con il suo ultimo libro: “Nino Longobardi. Il re del giornalismo che prese a pugni i potenti” (historica). Una biografia che ci mette in salvo dall’assurdo del presente, arrivando dal passato: quando i giornalisti erano un mondo prima ancora di quello che raccontavano, guasconi, irriverenti, meravigliosamente alti nel linguaggio e nei modi, e che insegnavano la libertà; gente come Giancarlo Fusco e prima Curzio Malaparte, o come, in questo caso, Nino Longobardi, perno de “Il Messaggero”. Alfatti Appetiti ci restituisce la vita di un grande irregolare: esagerazioni, pezzi, incontri, libri ed errori, con la precisione che aveva usato nel raccontare quella di Charles Bukowski, dimostrando di essere tra i migliori nell’esercizio del genere. Ricomporre le azioni di questi sperperatori di giorni e parole, senza calcoli, senza misura, in un tempo piccolo che non li contiene perché non li merita. 
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