Il giardino luminoso del re angelo

Il giardino luminoso del re angelo
Giovedì 14 Ottobre 2021, 09:52
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Nato da un viaggio del 1969, “Il giardino luminoso del re angelo” (Einaudi) – oggi introvabile, e che andrebbe ristampato –, è il libro che meglio racconta la storia dell’Afghanistan, “una montagna d’oro” come dirà Tiziano Terzani, che lo leggerà in inglese e ne farà l’ideale compagno di viaggio attraversando il paese. Scritto da Peter Levi, gesuita con la passione per l’archeologia, viaggiatore coltissimo che si porta dietro un altro giovane  viaggiatore, Bruce Chatwin (nel libro ci sono le sue foto), insieme rappresentano i due caratteri dell’irrequietezza nomade. Levi è capace di raccontare – tra maglie coltissime e rimandi infiniti – da un dettaglio la storia dell’umanità. Popoli dimenticati, monumenti perduti, frammenti di antiche civiltà, tombe mezze distrutte – come quella dell’imperatore Babur – rivivono nelle sue pagine di grande narrazione. L’Afghanistan viene dissezionato e ri-raccontato come nessun altro potrebbe fare, perché Levi ha le chiavi del linguista, le connessioni dello storico, la passione del viaggiatore e la grande capacità del romanziere. Un libro dispari, uno dei grandi libri dell’umanità.

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