Il poeta con gli stivali 

Venerdì 4 Luglio 2014, 14:34
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Valerio Magrelli ricorda Castelporziano, il Festival dei poeti sulla spiaggia, a 35 anni di distanza, ed è così preso dal dimostrare la sua tesi: la poesia caduta in disgrazia, mangiata dalla teatralità degli eventi, fino a farsi cancro secondo Jérôme Carcopino, da non accorgersi di quello che accade oggi. Invasioni di festival gradevoli, dove Hanif Kureishi elogia le penne e i suoi innamoramenti per l’inchiostro, a Capri le impepate di cozze raccontano gli scrittori americani, sulle Alpi la filosofia diventa cazzeggio senza la leggerezza del cazzeggio, e compagniabella avrebbe detto Holden che mai e poi mai ci andrebbe in questi posti. Castelporziano non è stata la sconfitta della poesia ma l’ultimo grande evento – con la straordinarietà anche dell’incidente – dove non c’era distanza, perché chi avrebbe dovuto praticarla non ci credeva: da Ginsberg a Corso passando per Dario Bellezza. Perché è sulla sabbia che si può scrivere tutto, proprio tutto, i festival di oggi, invece, li fanno sul cemento, sul parquet, sono lunghi come dolori, e lasciano macerie, nella lingua e nelle vite, senza nemmeno una rissa vera o un mantra improvvisato. 
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