Il sogno di Giuda 

Venerdì 14 Novembre 2014, 11:21 - Ultimo agg. 19 Marzo, 09:32
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Un uomo che non apparteneva al suo presente, Shaltiel Abrabanel, con una logica ferrea, che parlava con frasi brevi e misurate, a voce bassa e con un tono profondo. E un po’ somigliava ad Albert Camus. Alla sua morte era probabilmente l’uomo più solo e odiato del paese che lo considerava un traditore. La sua colpa era il dubbio, esercitato rispetto alla nascita di Israele, in opposizione alle idee di Ben Gurion. Non credeva agli stati, alle prevaricazioni, e si aspettava un mondo fatto di comunità dopo quello che era successo in Europa. Era un sognatore, forse sottovalutava l’odio arabo ma nessuno si è lasciato convincere dalla sue teorie. Amos Oz in “Giuda” (Feltrinelli) disegna un personaggio dispari, solitario, di cui non sentiamo la voce ma solo la biografia, a pezzi, attraverso il racconto di sua figlia Atalia. Abrabanel è un colonnello Buendìa d’Israele, e anche se non ha dato il suo nome a nessun aeroporto e nessuno può vantare di averlo frequentato: è un indimenticabile della letteratura. 
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