Incrociare i ferri con la noia e la sua doppiezza

Incrociare i ferri con la noia e la sua doppiezza
Sabato 20 Maggio 2017, 17:34
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Il grillo parlante dei governi Berlusconi, l’alieno del centrodestra, il «moro-doroteo» che univa la lenta visione di lungo periodo di Aldo Moro alla navigazione a vista di Bisaglia e Forlani, il socio di Casini, l’Harry Potter di Montecitorio, quello che Berselli raccontava come “l’uomo politico che scrive discorsi con le citazioni in filigrana”, Marco Follini, ha scritto un saggio che è una finezza, fin dal titolo: “Noia, politica e noia della politica” (Sellerio). Dai romanzi russi fino ad “House of Cards” passando per “Il gattopardo”, Follini sfoggia citazioni e riflessioni sulla noia, ricerca origini e insorgenze, scava tra le pagine dei gradi scrittori e nei suoi ricordi, per arrivare a mettere sottovuoto la più sfuggente delle condizioni umane, riesce a classificarla, giudicarla, e a strologarci su, mostrando grandi capacità dilatative, forse acquisite nella frequentazione del Palazzo. L’importanza della noia, la sua comprensione e la sua trasversalità, mostrano un Follini inedito. Quasi un monito a tutti gli altri che non solo non hanno compreso la noia, ma, peggio, non la frequentano né amano. 
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