L’apprendistato

L’apprendistato
Venerdì 16 Luglio 2021, 10:45
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Di Luigi Meneghello – straniero in patria come diceva Edmondo Berselli – non ci si stanca mai. Così, riapparso in il suo “L’apprendistato” (Bur), un libro di frammenti, l’ho riletto, ed è tornato il magnifico scavo nelle parole. La sua capacità di estrazione – con magia – da qualunque fatto della vita. Un incontro, una insegna, una discussione, un ricordo, e via andare serpeggiando con musica, poche efficaci, indimenticabili, righe. Che sia un gol lontanissimo di uno zio, Borges a Vicenza, una pioggia in Scozia, Meneghello compone, restituisce, facendoci vedere e sentire i suoi pensieri, la sua capacità di catalogare e storicizzare i momenti, come un Sebald italiano. Ovviamente è fuori dalle discussioni, è escluso dalle rievocazioni, è estraneo alla nazione che pure contribuì a costruire, più estraneo di Fenoglio, più lontano di Bianciardi, più rimosso di Lussu, eppure, riaprendo questa raccolta di scritti, esce tutta la sua dolcezza, i suoi paesaggi e la sua voce sottilissima, elegante, unica. Oltre questo leggete soprattutto “Libera nos a Malo”.

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