L’uomo dei dadi

L’uomo dei dadi
Mercoledì 2 Dicembre 2020, 15:57
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È morto l’uomo che aveva dato un codice al caso, esasperando le decisioni con un dado. George Cockcroft era diventato lo scrittore Luke Rhinehart e aveva scritto “L’uomo dei dadi” (prima Rizzoli ora Marcos y Marcos) nel 1971. Il libro divenne un cult, creando non pochi adepti. Il realismo delle scelte che il protagonista del libro affidava al lancio dei dadi colpì moltissimi lettori, tra questi Richard Branson ed Emmanuel Carrère che, qualche anno fa, andò a cercare Rhinehart, ma trovò Cockcroft: il racconto di quella ricerca e della delusione conseguente è contenuto in “Propizio è avere ove recarsi” (Adelphi). “Io sono l'Uomo dei dadi in un modo in cui non sono nessun altro. È l'idea che ha creato la mia vita. Non sto bene per un secondo. Non sono uno scrittore professionista. Sono senza talento in alcun modo. Ma la teoria dell'uomo dei dadi, lo spirito ironico della sua vita, cresce naturalmente nel mio suolo roccioso come i massi qui lungo la costa rocciosa di Maiorca”. Una contraddizione continua, che lo portò a liberarsi dell’alterego e ora ad assentarsi, forse solo fino al prossimo lancio dei dadi, chissà.

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