La colazione dei campioni

La colazione dei campioni
Giovedì 14 Maggio 2020, 22:41 - Ultimo agg. 22:43
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Nel contrabbando della verità, con santoni e carbonari del web che crescono e diventano anche ministri, sottosegretari, a volte persino presidenti, le intuizioni di Kurt Vonnegut trovano appoggi e forza. Tra i suoi tanti libri – pezzi unici –, e con la relazione malata che l’Occidente ha con la verità in questi mesi, viene da pensare a “La colazione dei campioni” che andrebbe ristampato, oggi che a possederlo siamo in pochi – nella traduzione di Attilio Veraldi per Feltrinelli –, uno dei grandi romanzi di ironia e ferocia che ha al centro il rapporto con la verità, la politica, e la vita negli Stati Uniti, quindi estendibile in larga parte anche alla periferia dell’impero. Vonnegut lavora su due follie: quella di Dwayne Hoover – rivenditore d’auto – che si rivede nel protagonista di un romanzo di Kilgore Trout – scrittore e portatore dell’altra follia –; ne viene fuori una storia assurda nella quale specchiarsi, e, spostando, pochi elementi, si può tirare dentro con facilità Trump o altri personaggi politici minori. È la forza di Vonnegut che, uscendo dal tempo, continua ad essere presente: illuminando la nostra notte con fuochi d’artificio. 
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