La cultura si mangia

Domenica 28 Aprile 2013, 11:48
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Interpretare la cultura solo in termini economici significa snaturarla, trascurare quanto serva a un paese significa suicidarsi. Il biologo Theodosius Dobzhansky segna due «trascendimenti evolutivi»: dal «non vivente al vivente» e il passaggio «da biologico a culturale», dove la conoscenza ha una funzione centrale e dove la cultura aiuta a vivere meglio. Il libro che tutti dovrebbero leggere e di cui si dovrebbe discutere e che dovrebbe persino stare in testa alle classifiche del venduto è “La cultura si mangia!” di Bruno Arpaia e Pietro Greco uscito da Guanda. È un libro piccolo, agile, veloce da leggere, e racconta che paese siamo e soprattutto che paese rischiamo di essere. Sì, certo, parla di cultura, quella che avevamo e ci siam persi e quella che dovremmo lottare per avere. Non c’è tremendismo, non c’è rimpianto, c’è una presa di coscienza e dei dati che fanno impressione. Uno solo racchiude il ragionamento: il 90% dei farmaci davvero innovativi introdotti degli Usa non proviene dai laboratori delle industrie ma dai laboratori pubblici, cioè da quei luoghi di ricerca dove non viene chiesto il «qui e ora». 
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