La troga

Lunedì 6 Maggio 2013, 17:05 - Ultimo agg. 19 Marzo, 09:11
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Della tragedia avvenuta fuori da Palazzo Chigi, oltre i due carabinieri e la donna ferita, oltre la disperazione di chi ha sparato, al netto della situazione assurda che vive l’Italia, l’insopportabilità: sono i commenti, soprattutto quelli non richiesti. Lo spirito del tempo, Adriano Celentano, riempie una pagina del “Corriere della Sera”, scrivendo le parole chiave del suo intervento in maiuscolo (ipocrita, lavoro, nobile, sciacalli, contro, vita, nessuno, morti). Il tutto è una omelia in difesa di Grillo come non predicatore di violenza. Avremmo evitato banalità se il cantante, e molti altri commentatori –che chiamano i carabinieri «servitori dello Stato» o peggio «i nostri ragazzi» – avessero letto “La troga” di Giampaolo Rugarli, un romanzo uscito da Adelphi nel 1988, dove la normalità della “disperacorruzione” italiana è raccontata benissimo, c’è persino un attentatore calabro mentre nasce un governo di unità nazionale. Davanti a tutto questo, Celentano ricorda la vecchia che nel libro dice al commissario Pantieri: «Siamo spiati tutti, incombe su tutti un disastro. E perché? Perché alla radice di tutto c’è la troga». 
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