Le certezze di Amleto 

Venerdì 4 Aprile 2014, 13:47 - Ultimo agg. 19 Marzo, 09:25
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Nella varia e ridicola formazione della commedia umana, di cui il mondo culturale è pieno, mancava qualcuno in grado di restituirne la povertà. Poi è arrivato Amleto De Silva “La nobile arte di misurarsi la palla” (‘round midnight edizioni), riuscendo ad apparecchiare un romanzo che è cronaca e col tempo diverrà pure documento: della pochezza culturale italiana. Scrittori voraci e mediocri, direttori editoriali che sguazzano nelle minacce e negli abusi di potere, traduttori come schiavi, scrittrici senza scrupoli e senza lingua, editori ammanigliati e più spietati dei procuratori calcistici e soprattutto una Scuola di scrittura che fa da sfondo, una grande scatola colorata che permette a questi poveracci di agire, esercitando la loro pochezza shakerata nel vuoto che gli sta intorno. Amleto De Silva con leggerezza e nessuna mediazione buonista ne ha fatto storia, attraverso la formazione di un giovane scrittore (Enea) che entra nel mondo editoriale. Pretesto per mischiare racconto, satira e fumetto, prendendone in giro canoni e regole dell’assurdo, tutte riconducibili all’amore. Era dai tempi di Dino Risi che non si rideva tanto guardando al mondo dei libri.  
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