Louise Glück e la cecità editoriale

Louise Glück e la cecità editoriale
Venerdì 16 Ottobre 2020, 00:22
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Un piccolo editore è sempre coraggioso negli articoli che lo raccontano, dopo un Nobel ancora di più, come tutti abbiamo letto a proposito di Dante & Descartes. Ma la verità che ci consegna l’assegnazione del Premio alla poetessa Louise Glück è quella di una editoria appiattita sul mercato, di un paese di poeti – come da scritta mussoliniana, il dittatore, non il personaggio di Scurati – che li dimentica, o peggio si accontenta di versi infantili. Louise Glück, è sconosciuta in Italia, non negli Usa, dove ha un percorso di fama e premi – non sfigurerebbe nei party dei film di Woody Allen, e nemmeno in un libro di Cunningham – ha lingua, mondo, trame e una idea poetica forte, ma non è bastato per Mondadori o per Einaudi, che ora la rincorreranno. Sarà che hanno un codice sbagliato? Dei lettori inadatti? O che non riescono più a vedere quello che è evidente? Illuminata dal Nobel, la poesia della Glück, risplende, quindi il Premio ha fatto il suo dovere: con buona pace di chi se l’era persa, come si perde il meglio della letteratura mondiale che non va in classifica. 

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