Non si poria contar la sua piagenza 

Venerdì 17 Luglio 2015, 11:46
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Dante Alighieri e Guido Cavalcanti sono serviti a Ezra Pound per capire l’Italia, raccontarla e amarla. Il più grande poeta epico del Novecento, per uscire dai limiti della lirica, ha studiato i poeti italiani, si è servito di loro. Adesso, finalmente, i suoi saggi vengono pubblicati – realizzando un progetto che fu di Vanni Scheiwiller – in un libro curato da Corrado Bologna e Lorenzo Fabiani: “Dante” (Marsilio). Il confronto tra Dante e Shakespeare, che Pound fa, vale da solo il prezzo del libro. Il suo sguardo è obliquo e sorprendente, come la sua voce in prosa: non deve compiacere ma spiegare, non deve convincere ma far amare. Pound scavalca i critici dantisti – che mal lo sopportarono –, non è mai conforme, riuscendo dove le scuole italiane falliscono e andando oltre la superficialità delle letture e dei racconti che Roberto Benigni fa della “Divina Commedia”, portando il suo essere naturalmente inconsueto nella più consueta ed equivocata delle letture. 
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