San Totò

San Totò
Venerdì 16 Luglio 2021, 10:38
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Paolo Isotta appartiene a quelli che vanno letti proprio perché lontani da tutto, rivoli culturali che prendono curve diverse. La sua prosa è trama d’avversione piena di note, fatti e rinfacci. Isotta era ed è vento che sposta(va) cose, e muove(va) soprattutto pensieri. L’ultimo suo libro “San Totò” (Marsilio), da un definizione di Federico Fellini, è un saggio sul più grande dei nostri comici, sull’essere forza eversiva, poeta, attore, e altre mille cose all’occorrenza. Isotta ha una idea sua di Totò e si è premurato di schedare e commentare tutti i suoi film, opera meritoria e meravigliosa, e prima di raccontarne con la biografia il pensiero e le radici, in un ritrattone dispari che è interessante anche nei suoi rivoli velenosi – non mancano le letture angolate: da Pertini a Pasolini al Monicelli di “Guardie e Ladri”, con elogio di Steno, in piena contraddizione isottesca – ma è un grande e gli si permette di sbagliare da campione, mentre scrive una suite linguistica su Totò, santo e martire del suo tempo. Ora venerato, studiato, ricordato, preservato e mandato a memoria. Passato lo stupore resta l’amore.

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