Scrivere per esserci o per essere?

Scrivere per esserci o per essere?
Venerdì 19 Febbraio 2021, 11:11
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Fa più clamore se vado e non vinco da ex vincitore oppure se annuncio a tutta pagina che non vado? Meglio non andare e annunciare, di andare e perdere, certo: così Nicola Lagioia facendoci il favore di non partecipare al Premio Strega, come gli aveva chiesto l’Einaudi, ci regala anche diverse interviste sul suo libro capotiano, come dicon tutti, e forse si guadagna un Campiello di sponda. La colpa non è sua, fa bene ad approfittare di un sistema ormai prossimo all’implosione, fatto di strategie di promozione, che funzionano e che non funzionano, con conseguenti rosicamenti: dove la critica, le giurie, i meriti, sono un dettaglio trascurabile. Lo scrittore che oggi crede davvero di imporsi col suo libro è un non scrittore. Chi scrive non può pensare di farlo per esserci, ma solo per essere. Scrivo dunque sono. Invece ha vinto: Scrivo dunque appaio e posso vincere premi, fare soldi, diventare famoso, guadagnare direzioni etc. Giacomo L., Alessandro M., ma anche Cesare Z. o Beppe F. o Luciano B. scelsero la prima parte, per questo ebbero la seconda. Forse. 

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