Sentirsi africani

Sabato 5 Dicembre 2015, 17:02 - Ultimo agg. 13:59
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Torna “Sull’ansa del fiume” (Adelphi), il miglior libro del Nobel V.S. Naipaul: e da solo basta a coprire un autunno scarso di uscite. Oltre la grandezza della scrittura, c’è l’ossessione per il Congo – già vide perdersi Conrad – che mette insieme tre Nobel: Naipaul, Vargas Llosa (“Il sogno del celta”) e Theodor Mommsen (citato nel libro). Un tentativo di lettura e restituzione della verità africana, schiavitù e post, sentimenti ancestrali e fondazioni di comunità. «Temevo le menzogne – le menzogne dei bianchi che i neri facevano proprie». E poi c’è una prefazione che svela i retroscena della storia, anzi, fa di più, Naipaul ci mostra l’impalcatura dei suoi pensieri – strano per uno come lui, sempre distante – e la trasfigurazione da realtà a finzione, ci dice dove pesca e come tramuta, e racconta quando l’immaginazione sommerge la realtà. «Il mondo è quello che è; non c'è posto per le nullità, per chi permette a sé stesso di diventare una nullità». 
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