Una giornata al mare tanto per non morire

Una giornata al mare tanto per non morire
Venerdì 26 Agosto 2016, 11:12 - Ultimo agg. 15:55
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Alla fine, l’estate se la son divisi Andrea Camilleri – che più d’un bagnino a Rimini segna sulla cabina gli amori avuti – e Antonio Manzini: suo il futuro stabilimento, il Sellerio. Il resto segue a ruota, prenota una sdraio in classifica ma poi scivola sui teli virati Moby Dick che l’Einaudi regalava in giugno e luglio, tra gli sconti Feltrinelli e le mancate Libellule di Mondadori che volarono poco e male, morenti più dei versi cardarelliani. Arbasino passerebbe tra gli ombrelloni a chiedere ai critici: «scusi quanti eccellenti autori a Lei cari e a Noi vicini si son dimenticati l’Esistente e trascurano la credibilità?» E giù risposte troppo lunghe persino per la radio, su cattivi lettori e cattiva scuola, ribattezzando il male di leggere senza sovrastrutture. Aggiungete un rimpianto di contadini con corredo di festival, il Mediterraneo allo sbando, i nuovi scrittori bilingue, la mitologia degli anni d’oro: quelli dello Strega «con almeno scegliamo un romanzo vero», e l’intoccabilità di Capalbio che preferisce la realtà scritta a quella orale. 
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